Che cos’è l’alluce valgo?

L’alluce valgo è una deformità molto comune del piede che interessa di preferenza il sesso femminile con un rapporto maschi/femmine di circa 1/10.
A caratterizzarlo sono la deviazione dell’alluce verso l’esterno (in valgo)  e una contemporanea deviazione all’interno del 1° metatarsale, l’osso situato immediatamente a monte dell’alluce con il quale si articola.
La deviazione angolare dei due segmenti ossei determina la formazione della caratteristica prominenza sul bordo interno del piede; questa non è pertanto dovuta a osso “in più”, ma semplicemente a una anomala posizione di ossa normalmente presenti nel piede.
Anche se la deviazione verso l’esterno dell’alluce è l’elemento più caratteristico, l’alluce valgo è in effetti una deformità che interessa contemporaneamente tutti i piani dello spazio. L’alluce risulta infatti anche più o meno ruotato, con l’unghia che guarda verso l’interno del piede, e il metatarsale tende a sollevarsi, prendendo contatto in maniera minore sul piano d’appoggio.
Con il tempo le parti molli, come muscoli, tendini e legamentisi adattano progressivamente a questa situazione favorendo il mantenimento e il peggioramento della deformità.

Quali sono le cause dell’alluce valgo?

Le cause che portano alla formazione dell’alluce valgo sono probabilmente molteplici e non completamente note.
Esistono sicuramente casi di alluce valgo congenito a esordio molto precoce causati da un’anomala conformazione dell’articolazione tra falange e metatarso (articolazione metatarso-falangea).
La familiarità è un dato quasi costante, ma non può essere considerata un elemento causale.
Il ruolo di calzature a punta o con tacco alto è stato a lungo discusso, ma sembra essere solo una concausa; l’alluce valgo si risconta infatti anche in popolazioni che non usano calzature.
È stata data importanza anche alla lunghezza dell’alluce, in quanto se questa è eccessiva risulterebbero più efficaci le forze che spingono l’alluce all’esterno.
L’aspetto probabilmente più importante è rappresentato dalle sollecitazioni meccaniche che si esercitano su piedi pronati (cioè con abbassamento della volta plantare e tallone valgo); in questo caso aumenta relativamente la lunghezza della parte interna del piede, tutto il piede è sollecitato in rotazione interna, il 1° metatarsale diventa più instabile e la maggior parte dei muscoli agisce nel favorire la deviazione verso l’esterno dell’alluce.
In conclusione anche se la patogenesi dell’alluce valgo è certamente multifattoriale, le cause più probabili sono rappresentate da una predisposizione individuale dovuta alla eccessiva pronazione del piede associata a possibili cause ambientali (sollecitazioni anomale, calzature, etc).
Esistono poi casi di alluce valgo che si osservano nel corso di malattie reumatologiche (come l’artrite reumatoide) o dopo traumi; sono queste situazioni particolari che richiedono un trattamento specifico.

Quali sono i sintomi dell’alluce valgo?

Talvolta l’alluce valgo può rimanere asintomatico anche per lunghi periodi.
Il sintomo più frequente e precoce è la borsite in corrispondenza della prominenza sul bordo interno del piede; si tratta dell’infiammazione della borsa sierosa, struttura che si trova in tutte le sedi sottoposte ad attrito per presenza di sporgenze ossee. Si manifesta clinicamente con dolore e bruciore e visivamente con gonfiore e arrossamento della parte; molto spesso nella borsa infiammata si raccoglie liquido sieroso che può raramente infettarsi.
Ovviamente questi disturbi sono prevalenti qualora si utilizzino calzature inadeguate, strette o eccessivamente rigide.
Altro sintomo piuttosto comune è il dolore articolare, causato dal fatto che il movimento avviene su piani diversi da quelli normali.
In fasi più avanzate è piuttosto comune un dolore al carico al centro delle pianta, generalmente preceduto da callosità in corrispondenza dei metatarsali centrali; si tratta di un dolore causato da un eccessivo carico meccanico dovuto alla insufficienza funzionale dell’alluce.

Che conseguenze provoca l’alluce valgo?

La conseguenza più importante dell’alluce valgo è l’insufficienza funzionale dell’alluce durante la deambulazione.
Nel piede normale è l’alluce a dare la spinta finale durante l’ultima fase del passo; questa funzione è efficace se l’alluce è allineato con il resto del piede, ma diventa sempre meno utile via via che l’alluce è deviato all’esterno.
Se la spinta dell’alluce in fase propulsiva è poco efficace, il carico normalmente sopportato dall’alluce viene trasferito sulla parte più laterale del piede.
Pertanto le dita e i metatarsali centrali sono obbligati a uno sforzo maggiore e vanno con il tempo incontro a fenomeni di fatica e a deformità; compaiono pertanto callosità nella pianta del piede, tumefazione e dolore a livello delle articolazioni metatarso-falangee, deformità a martello delle dita: tutte espressioni di carichi e sollecitazioni eccessive.
Inoltre con il tempo l’articolazione dell’alluce, poiché lavora su un asse obliquo, tende a usurarsi e a sviluppare una artrosi. A lungo andare pertanto, l’alluce valgo induce alterazioni che finiscono per interessare tutto l’avampiede.

Qual è l’evolutività dell’alluce valgo?

L’alluce valgo è quasi sempre una patologia evolutiva, cioè tende a peggiorare nel tempo.

È tuttavia molto difficile prevedere l’andamento di questo peggioramento, in quanto i fattori che lo condizionano sono sicuramente molto numerosi.
In alcuni casi l’evoluzione è lenta e progressiva, in altri possono osservarsi fasi di relativa stabilità alternate a periodi di più rapido peggioramento.
Nella donna normalmente si assiste a un peggioramento più rapido dopo il periodo menopausale.
Va comunque sottolineato che non sempre il peggioramento clinico o radiografico va di pari passo con i sintomi accusati dal paziente.