«Risolve il problema e corregge difetti di vista preesistenti», spiegano il dottor Felice Miranti e il dottor Marco Jacobbi, responsabili di Oculistica II in Humanitas Cellini.

 

«E’ un intervento chirurgico che si svolge in regime ambulatoriale: nella maggior parte dei casi richiede tre o quattro ore di permanenza in ospedale e l’occhio bendato per ventiquattr’ore. Dopodiché il recupero visivo risulta rapido: apprezzabile già il giorno successivo all’intervento e completo dopo una settimana, quando il paziente può riprendere la sua normale vita quotidiana e lavorativa». A parlare dell’intervento della cataratta («L’80 per cento dell’attività oculistica è chirurgia della cataratta», precisa) sono il dottor Felice Miranti e il dottor Marco Jacobbi, responsabili dell’Oculistica II di Humanitas Cellini e medici specializzati nella chirurgia della retina.

Può sembrare un intervento di routine ma si tratta sempre di una chirurgia delicata: «Negli ultimi dieci anni ha registrato una grossa evoluzione che ha consegnato al paziente risultati migliori – aggiunge il dottor Miranti -. La chirurgia della cataratta ricorre a incisioni molto piccole e offre la possibilità di disporre di lentine intraoculari in grado di correggere persino difetti di vista preesistenti come miopia e ipermetropia o, quando personalizzati, come astigmatismo e presbiopia». Quello della cataratta è un problema che riguarda in primis l’età senile: «E’ il processo degenerativo del cristallino che diventa opaco con il passare degli anni», precisa il dottor Miranti. Che spiega come il problema possa però anche insorgere in età giovanile se scatenato da determinate patologie: «Pregresse malattie infiammatorie dell’occhio, l’uso protratto di farmaci contenenti cortisone, traumi, predisposizione genetica e difetti di vista molto marcati possono favorire una comparsa precoce della cataratta». Talvolta conseguente anche a un altro intervento chirurgico all’occhio.

I sintomi della cataratta si manifestano con l’offuscamento della vista: «Il paziente avverte una sensazione di sdoppiamento dell’immagine o di velatura della stessa», afferma il dottor Miranti. E quando compare il disagio è bene pensare all’intervento: «Senza essere troppo interventisti ma sapendo che non si può sperare né in un miglioramento né in una guarigione. Quando la cataratta insorge può solo peggiorare, perciò attendere troppo diventa controproducente perché può obbligare il paziente a interventi più invasivi e a maggior rischio di complicazione».

Si tratta in ogni caso di un intervento che non causa dolore né durante né dopo la sua esecuzione: «L’anestesia è nella gran parte dei casi topica – spiega il dottor Miranti -: alcune gocce di collirio anestetico e nessun esame ematologico di preparazione». Per la legittima soddisfazione del paziente: «Risulta meno doloroso di una seduta dal dentista. Spesso il paziente ci dice che non si aspettava un risultato del genere e si rammarica di non averlo eseguito prima».

 

Il dottor Felice Miranti e il dottor Marco Jacobbi sono corresponsabili di un gruppo di medici oculisti specializzati nella cura delle malattie della retina che vanta la collaborazione di altri sette professionisti chiamati a occuparsi a livello diagnostico e chirurgico dei problemi legati all’occhio: Cristina Battista, Patrizia Musso, Luca Ventre, Ettore Renis, Luisella Camerino, Francesca Fronticelli ed Elena Boero svolgono la loro attività di riferimento in Humanitas Cellini e Humanitas Gradenigo (le dottoresse Battista e Musso sono inoltre operative anche al Centro medico San Luca di Rivoli). In Humanitas Gradenigo proprio il dottor Miranti e il dottor Jacobbi si occupano con il dottor Ventre e il dottor Renis di chirurgia vitreoretinica, specialità nella quale eccellono da oltre un decennio e per la quale rappresentano uno dei maggiori punti di riferimento regionali.