L’intervento è stato eseguito dall’équipe di Chirurgia vertebrale guidata dal dottor Antonio Diego Bruno assieme al dottor Andrea Vecchi e al dottor Leonardo Zottarelli e con il sostegno del dottor Carlo Caretto, anestesista. «Tecnica mininvasiva significa trauma ridotto recupero più celere», sottolinea il dottor Bruno.

 

Rimozione di una vertebra, fratturata e deformata da un possibile tumore, e sostituzione con un impianto protesico attraverso un accesso toracico laterale destro seguito dal fissaggio con quattro viti per via posteriore. È l’intervento eseguito nei giorni scorsi in Humanitas Cellini, su una donna di 72 anni, dall’équipe di Chirurgia vertebrale guidata dal dottor Antonio Diego Bruno assieme al dottor Andrea Vecchi e al dottor Leonardo Zottarelli e con il sostegno del dottor Carlo Caretto, anestesista dell’équipe di Anestesia, Rianimazione e Terapia antalgica, diretta dal dottor Giuseppe Gorgoni.

«Si tratta di una procedura utilizzata piuttosto raramente e che presuppone determinate condizioni da parte del paziente», spiega il dottor Bruno. «In genere si esegue un intervento chirurgico a cielo aperto che implica un’incisione di un certo rilievo – prosegue il chirurgo vertebrale di Humanitas Cellini -. Nel nostro caso si è invece proceduto a una piccola incisione con l’adozione di una tecnica mininvasiva eseguita sotto controllo video in endoscopia». I vantaggi di questo tipo di tecnica risultano evidenti: «Con accessi più piccoli – conferma il dottor Bruno – si registrano un trauma ridotto e una mobilizzazione più celere del paziente che viene messo in piedi già il secondo giorno dopo l’operazione. Ma affinché tutto ciò si realizzi è fondamentale ridurre il trauma toracico». La stabilizzazione, realizzata per via posteriore, permetterà inoltre alla paziente di non dover neanche indossare un busto.

L’intervento eseguito in Humanitas Cellini è durato nel suo complesso circa tre ore e ha contato sulle competenze anestesiologiche del dottor Caretto, chiamato ad applicare la ventilazione monopolmonare sulla paziente. Per il dottor Antonio Diego Bruno si è trattato di un’operazione chirurgica legata nelle sue competenze complessive, maturate nel corso degli anni e in grado di utilizzare ogni via d’accesso alla colonna vertebrale.