Il chirurgo malese Sanjiv Rampal ospite della Clinica per osservare le tecniche interventistiche utilizzate dal dottor Alberto Nicodemo: «Colpito dalla grande attenzione rivolta al paziente e dall’eccellenza di materiali e procedure utilizzati in sala operatoria».

 

La Chirurgia dell’anca di Humanitas Cellini fa scuola nel mondo: nei primi giorni del mese di marzo, il dottor Sanjiv Rampal, chirurgo malese del Dipartimento universitario di Chirurgia ortopedica dell’Ospedale di Magdeburgo (Germania), è stato ospite della Clinica per osservare da vicino le tecniche interventistiche utilizzate dal dottor Alberto Nicodemo, specialista del team di Chirurgia dell’anca diretto dal dottor Carlo Alberto Buratti. In particolare, il dottor Rampal ha assistito a una seduta di chirurgia protesica d’anca di primo impianto e revisione e a una sessione di infiltrazioni articolari d’anca con PRP (concentrato piastrinico) e acido ialuronico, scambiando con il dottor Nicodemo opinioni ed esperienze personali.

Il dottor Rampal ha scelto Humanitas Cellini tra gli ospedali da visitare nell’ambito di un progetto di studio realizzato da EFORT, Federazione europea dell’associazioni nazionali di Ortopedia e Traumatologia, sotto la guida del professor Alessandro Massé. «Oltre alla tecnica utilizzata in sala operatoria dal dottor Nicodemo – osserva il dottor Rampal -, in Humanitas Cellini ho potuto osservare da vicino la grande attenzione rivolta al paziente da tutta l’équipe nonché l’eccellenza dei materiali e delle procedure utilizzate».

Se negli ultimi vent’anni, la chirurgia protesica dell’anca ha sviluppato significativi miglioramenti nella scelta dei materiali, nel design delle protesi e nelle tecniche chirurgiche utilizzate, Humanitas Cellini ha prestato grossa attenzione anche al miglioramento della gestione globale del paziente: «Lo sforzo del team di Chirurgia dell’anca è diretto a ridurre complicanze e tempi di recupero nonché a migliorare il risultato funzionale», osserva il dottor Nicodemo. Un’attenzione che comincia già prima dell’intervento, quando si chiedono al paziente tutta una serie di accortezze (ridurre o stoppare il fumo di sigaretta, controllare la glicemia, ridurre il peso corporeo ed eradicare possibili focolai infettivi) utili a limitare il tasso di infezione post operatoria e, quando possibile, si suggerisce un ciclo di fisioterapia pre-operatoria che permetterà di recuperare tono muscolare ed elasticità articolare nonché ad apprendere il corretto utilizzo delle stampelle.

In sala operatoria, le tecniche chirurgiche mininvasive associate all’utilizzo dell’acido tranexamico e al mancato utilizzo dei drenaggi riducono il sanguinamento e la necessità di trasfusioni post-operatorie. Dopo l’intervento, infine, è molto utilizzata la fisioterapia precoce che, assieme all’utilizzo di medicazioni anallergiche e a una profilassi farmacologica mirata, favorisce un recupero più celere e un risultato funzionale più apprezzabile.

Tra gli interventi eseguiti dal dottor Nicodemo, figura anche quello rivolto alla soluzione del conflitto femoro acetabolare, riconosciuto tra le principali cause di insorgenza di artrosi d’anca nei pazienti giovani e piuttosto diffuso tra chi pratica determinati sport (calcio, arti marziali e hockey su tutti) che impongono all’anca una particolare sollecitazione: «L’intervento “pulisce” l’anca e la libera da quegli elementi in grado di causare una degenerazione in artrosi». Si tratta di un intervento capace di allontanare il ricorso alla chirurgia protesica: «L’artroscopia d’anca e la tecnica mini-open richiedono una preparazione teorica specifica, una lunga curva d’apprendimento e strumentari dedicati. Ecco perché è bene affidarsi solo a superspecialisti in Chirurgia dell’anca».