La Clinica Cellini sperimenta un autentico cambio culturale che traccia il lavoro svolto ogni giorno dagli infermieri. «Si tratta di un progetto di pianificazione assistenziale che sancisce il passaggio dalla rendicontazione alla progettazione», spiega il dottor Aldo Montanaro.

 

Fare stare meglio il paziente attraverso la pianificazione assistenziale, eseguita dagli infermieri. È questa la sperimentazione in atto alla Clinica Cellini, impegnata in un progetto che mira a riportare l’infermiere al centro del percorso di assistenza che asseconda i bisogni del paziente portandolo a migliorare il suo stato di salute. «Da sempre teniamo al fatto che l’infermiere possa esprimere al meglio la propria professionalità – spiega il dottor Aldo Montanaro, direttore dei Servizi assistenziali sanitari della Clinica Cellini -. L’infermiere prende in carico un paziente e lo indirizza all’interno di un percorso diagnostico-terapeutico. Gli dà consigli, lo sa orientare, gestisce i suoi stati d’animo e quelli dei suoi parenti. Lo prepara all’intervento che lo attende e lo accoglie in stanza aiutandolo a soddisfare i suoi bisogni di base. Un carico importante di lavoro che per la maggior parte non viene però tracciato: nella rendicontazione di un paziente figurano per l’80 per cento gli atti prescritti dal medico, mentre quelli dell’infermiere quasi scompaiono». Il dottor Montanaro osserva: «È perciò evidente che si perde il valore di quanto viene fatto dall’infermiere: quante volte in un giorno avrà mobilizzato il paziente, lo avrà aiutato a lavarsi, avrà effettuato su di lui medicazioni, interventi preventivi per le lesioni della cute o cadute e realizzato interventi educativi? Tantissime. Eppure di tutto questo lavoro non rimane traccia».

 

Nel dicembre 2014 è stato perciò creato un gruppo di lavoro ad hoc, comprendente coordinatori infermieristici, referenti della varie unità operative e rappresentanti del Gruppo EBP (Evidenced Based Practice) della Clinica Cellini. «Tutti insieme hanno elaborato un modello di documentazione infermieristica mirato alla pianificazione assistenziale», aggiunge il dottor Montanaro. La sperimentazione s’è svolta nei mesi di febbraio e marzo di quest’anno e ha coinvolto tutti i reparti di degenza della Clinica Cellini. «I risultati ottenuti sono nelle mani di nuovi gruppi di lavoro che stanno revisionando il format utilizzato – prosegue il dottor Montanaro -. Solo attraverso il suo utilizzo si potrà capire come migliorarlo. Alcune modifiche sono già state eseguite proprio sulla scorta dei suggerimenti forniti dagli stessi infermieri».

 

Cosa prevedeva il suddetto modello? «Per ogni giorno di ricovero del paziente – risponde il dottor Montanaro – all’infermiere è data la possibilità di fornire una serie di risposte in grado di documentare il cambiamento delle condizioni del paziente. Risposte che lo stesso infermiere fornisce “crocettando” alcune tra le opzioni a sua disposizione nella scheda precompilata. Di fatto l’obiettivo assistenziale di ciascun paziente è scritto all’origine, la scheda permette all’infermiere di documentare in modo preciso e regolare il percorso compiuto. Progressi e problemi verranno annotati con ordine, mentre toccherà a una successiva ricerca metterli in ordine per evidenziare punti di forza e di debolezza del metodo di cura e assistenza utilizzato in Clinica».

Una scheda che con l’andare del tempo assumerà un formato elettronico in grado di velocizzare il lavoro e di affinarlo in modo ulteriore. «Fornirà una tracciatura completa e chiara – insiste il dottor Montanaro – in cui si potranno avere una o più visioni contemporanee del quadro clinico del paziente, dalle sue condizioni generali a quelle che riguardano un suo specifico aspetto analizzato nell’arco dei suoi giorni di ricovero».

 

Si tratta di un lavoro molto articolato che pone le basi per un autentico cambio culturale nella gestione del paziente per mano dell’infermiere. Un progetto che, in pratica, sancisce il passaggio dalla semplice rendicontazione di eventi e informazioni alla progettazione del percorso assistenziale del paziente. «Sono davvero orgoglioso del lavoro svolto con l’intera Clinica Cellini: aree assistenziale e clinica, sale operatorie, direzione sanitaria e, soprattutto, reparti di degenza. A tutto il personale infermieristico e assistenziale va il mio sincero ringraziamento per il grosso contributo fornito e per l’assoluta dedizione dimostrata», aggiunge ancora il dottor Aldo Montanaro. Che conclude: «Del resto la nostra politica aziendale mira da sempre a valorizzare le risorse umane, così come la mission aziendale richiama il costante miglioramento della qualità dell’assistenza. Se aggiungiamo che anche le direttive regionali ci intimano di perseguire la pianificazione assistenziale, diventa evidente la necessità e l’importanza di uno studio come quello da noi realizzato. Anche perché di pianificazione si parla all’università ma poi, in corsia, quasi nessuno ha il tempo di applicarla a dovere».