Dal 2003 l’équipe diretta dal dottor Maurizio Forti si occupa esclusivamente di ginocchia: «Dalla prima visita fino alla riabilitazione, il paziente è seguito in modo diretto e personalizzato». Assieme a quella degli ortopedici risulta importante la figura del “case manager” che segue in prima persona l’intero percorso diagnostico e terapeutico di ogni singolo paziente.

«Il percorso di cura dei nostri pazienti comincia dalla prima visita e prosegue ben oltre l’intervento. La nostra è una vera e propria “community” all’interno della quale ciascun paziente è seguito in modo diretto e personalizzato: esami, visite, eventuali consulenze con altri specialisti, pre-ricovero e ogni fase del follow up sono alla nostra costante attenzione per garantire un percorso di cura efficace, sicuro e confortevole». Il dottor Maurizio Forti riassume così l’attività della Chirurgia del ginocchio di Humanitas Cellini, capace di eseguire ogni anno oltre 250 interventi protesici (seconda realtà del Piemonte per numero di impianti eseguiti) e di aver ampiamente superato quota 3000 da quando, nel 2003, avviò il proprio percorso di mono-specialità.

«Si tratta di numeri importanti, cresciuti attraverso il nostro lavoro quotidiano in sala operatoria e in ambito organizzativo – prosegue il dottor Forti – e che trovano costante impulso nel passaparola quotidiano della nostra comunità di pazienti». Proprio per far fronte alla necessità di seguire in modo completo e costante i propri pazienti, l’équipe di Chirurgia del ginocchio s’è dotata di un “case manager”: Eva Szekely è, nello specifico, la persona incaricata di seguire l’intero percorso diagnostico e terapeutico di chi si rivolge a Humanitas Cellini con la necessità della protesi a un ginocchio. Il lavoro del “case manager” poggia su quello degli ortopedici che nell’équipe di Chirurgia del ginocchio di Humanitas Cellini comprende, oltre al dottor Forti, altri due specialisti: il dottor Matteo Ferretti e il dottor Stefano Grimaldi.

Con il fondamentale coinvolgimento dell’Unità di Anestesia, Rianimazione e Terapia intensiva della Clinica, è stato possibile velocizzare i tempi di esecuzione dell’intervento e i livelli di sicurezza e prestazione dello stesso: «Le tecniche attuali consentono di eseguire un intervento di chirurgia protesica in meno di un’ora – aggiunge il dottor Forti -. Ridurre il tempo di esposizione dell’osso abbassa le possibilità di infezione, ma intervenire con rapidità è una dote caratteristica del chirurgo specializzato e qui entra in scena la nostra competenza specifica che da oltre quindici anni vede la nostra équipe occuparsi solo di ginocchia».

Se l’intervento è rapido, diventa più rapida anche la fase di riabilitazione: «In genere il paziente può alzarsi in piedi il giorno seguente l’operazione e, due o tre giorni più tardi, può camminare con l’aiuto delle stampelle fino a tornare anche a casa, in perfetta autonomia, due giorni più tardi». Dopo circa otto settimane di fisioterapia, il recupero si può definire completo, soprattutto per i pazienti più giovani e operati con un quadro clinico non troppo compromesso. Gli interventi odierni risultano meno invasivi, vengono supportati da materiali sempre più performanti e garantiscono una maggiore durata dell’impianto: «La protesi di ginocchio rappresenta una fondamentale opportunità di recupero per chi aveva perso una parte sostanziale della funzionalità dell’arto – conclude il dottor Maurizio Forti -. Ribadito che ogni singolo intervento presenta caratteristiche specifiche, è molto frequente che, dopo l’operazione, l’anziano recuperi la funzionalità utile a ritrovare la sua normale vita quotidiana e che il giovane sia in grado di riprendere l’attività sportiva. In entrambe le situazioni sarà comunque scomparso il tipico dolore persistente, caratteristico dell’usura del ginocchio».