In Urologia la prevenzione è fondamentale: «Sottoporsi a controlli periodici può evidenziare e prevenire patologie che potrebbero diventare molto importanti», spiega la dottoressa Giuseppina Cucchiarale, responsabile di Urologia I di Humanitas Cellini di Torino.

 

Anche in Urologia la prevenzione risulta fondamentale: sottoporsi a controlli periodici può evidenziare e prevenire patologie che potrebbero diventare molto serie, conoscere quali sono i rischi che si corrono con l’avanzare degli anni può salvarci da conseguenze anche molto importanti. «È necessario sottolineare come la visita urologica rivesta ancora oggi il ruolo principale in un’ottica di prevenzione – sottolinea la dottoressa Giuseppina Cucchiarale, responsabile di Urologia I di Humanitas Cellini -. Oggi gli esami strumentali risultano sempre più raffinati e funzionali alla diagnosi, tuttavia non possono ancora sostituire l’esperienza dell’urologo».

 

La prevenzione urologica nell’adolescenza

Ecco perché sottoporsi a un controllo risulta utile già in giovane età: «Tra i 16 e i 18 anni – precisa la dott.ssa Cucchiarale – è opportuna la visita che nel giro di pochi minuti è in grado di rilevare possibili forme di alterazione dei genitali o patologie asintomatiche come il varicocele che molto spesso nei ragazzi non provoca disturbi, ma se trascurato può anche condurre all’infertilità».

 

I 30 anni

Ancora in tema di fertilità, attorno ai trent’anni di età è invece raccomandata una valutazione andrologica, utile a escludere un eventuale problema di fertilità offrendo la possibilità di affrontarlo precocemente con conseguenti maggiori possibilità di successo.

 

Visite ed esami nell’adulto

«Le problematiche urologiche del maschio adulto sono soprattutto di natura prostatica – prosegue la dottoressa Cucchiarale -. Che si tratti di una patologia benigna o maligna, l’esordio potrebbe essere del tutto asintomatico ed è pertanto più che mai necessario sottoporsi a visita preventiva». Si tratta di una buona abitudine che andrebbe maturata dopo i 45 anni d’età e rinnovata ogni due anni fino a diventare un appuntamento annuale una volta superati i 50: «Ma per chi ha familiarità con questo tipo di patologia è meglio cominciare anche prima, già attorno ai 40 anni». Il tumore della prostata è oggi il più frequente nel maschio ed è anche la seconda causa di morte per neoplasia dopo il tumore del polmone: i suoi rischi sono legati all’età, ai fattori ereditari, alla dieta e allo stile di vita.

 

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Andrologia in età avanzata

Superata una certa età, esistono ecografie molto specifiche in grado di aiutare l’Urologo: «L’esempio è lo studio della vascolarizzazione peniena mediante gli Ecocolordoppler penieno-dinamici – specifica il dottor Gian Luca Milan -. Si tratta di una valutazione che permette di capire se il paziente con disfunzione erettile presenta problematiche di tipo vascolare, arterioso e venoso». L’esame può essere importante per indirizzarlo a una terapia adeguata: «Dai farmaci fino alle onde d’urto, oggi ci sono tantissime possibilità per curare un uomo che presenta una disfunzione erettile. Si tratta di un esame di secondo livello, da eseguire però solo su pazienti selezionati che hanno bisogno di un’indagine approfondita e specifica della loro problematica disfunzionale».

Una prevenzione efficace può inoltre portare a diagnosi più precoci e terapie più efficaci nei confronti di di patologie tumorali (della prostata, del rene, della vescica e del testicolo) e patologie benigne (calcolosi urinaria, iperplasia benigna della prostata e prostatiti, infertilità maschile e disfunzioni sessuali). Ulteriori patologie da non trascurare sono quelle infiammatorie del basso apparato urinario e genitale maschile (prostatiti, uretriti e altro) che possono portare a sintomi invalidanti e che, inizialmente acuti, possono poi cronicizzarsi se non adeguatamente affrontati e trattati, impattando enormemente sulla salute urologica e sessuale maschile.