Il dolore al petto è un senso di malessere che viene percepito a livello del petto, ovvero la regione anatomica corrispondente alla parte anteriore del torace e compresa all’interno della gabbia toracica. Poiché sono molte le strutture anatomiche contenute nel petto, tra cui cuore, polmoni, esofago, grandi vasi sanguigni, oltre a muscoli, ossa (costole) e cartilagini (costali), il dolore al petto può esser causato da diverse patologie, anche molto differenti tra loro. Il dolore può essere dato dalle sindromi coronariche acute (angina pectoris, infarto miocardico), ai disturbi dell’apparato digerente (ulcere, pancreatite, reflusso gastroesofageo) fino ad arrivare a pleuriti (processo infiammatorio a carico della pleura, la membrana sierosa che ricopre la superficie dei polmoni), diversi tipi di neoplasie e traumi.

Può manifestarsi come un dolore sordo e continuo dietro lo sterno, simile a un senso di oppressione, oppure come una fitta acuta.

Quali malattie possono essere associate al dolore al petto?

Le patologie che possono risultare associate a questa condizione sono:

  • Allergie respiratorie
  • Aneurisma aortico
  • Angina pectoris
  • Artrosi cervicale
  • Asma
  • Esofagite
  • Fuoco di Sant’Antonio
  • Infarto miocardico
  • Infarto Polmonare
  • Coronaropatia
  • Dislipidemie
  • Ebola
  • Embolia
  • Embolia polmonare
  • Enfisema
  • Ernia del disco
  • Ernia iatale
  • Aterosclerosi
  • Attacco di panico
  • Calcoli cistifellea
  • Reflusso gastroesofageo
  • Sclerodermia
  • Tetano
  • Toxoplasmosi
  • Tracheite
  • Intossicazione da monossido di carbonio
  • Ipertrofia ventricolare
  • Lupus eritematoso sistemico
  • Malattia di Chagas
  • Polipi intestinali
  • Polmonite
  • Pancreatite
  • Pleurite
  • Trauma
  • Tubercolosi
  • Tumore al polmone
  • Ulcera gastrica
  • Ulcera peptica
  • Ulcera duodenale

Si ricorda che l’elenco non è esaustivo ed è sempre bene chiedere consiglio al proprio medico, soprattutto se il disturbo persiste.

Cosa fare in caso di dolore al petto?

Il dolore al petto non è una patologia a sé stante, ma un sintomo di altre condizioni mediche. Il disturbo non viene, quindi, trattato direttamente, ovvero mediante terapia apposita, ma indirettamente, ovvero tramite la risoluzione della patologia medica che ne è all’origine e che lo ha scatenato.