Intervista alla dottoressa Maria Petruzzi, ortopedico di Humanitas Cellini con ambulatorio dedicato al trattamento di pazienti con scoliosi: bambino, adolescente e adulto. «Quando osservano dei cambiamenti della postura del proprio figlio, i genitori devono rivolgersi a un ortopedico esperto».

Che cos’è la scoliosi? Quali sono i campanelli d’allarme che richiedono attenzione? In che modo occorre trattare questa patologia? A queste e ad altre domande risponde la dottoressa Maria Petruzzi, medico chirurgo specializzato in Ortopedia e Traumatologia con ventennale esperienza nelle deformità vertebrali: scoliosi e ipercifosi. Negli anni, la dottoressa Petruzzi si è sempre occupata di deformità vertebrali approfondendo gli studi sulla biomeccanica della colonna vertebrale e sulla postura, dal trattamento conservativo con corsetti specifici e fisioterapia alla chirurgia, in Italia e all’estero. In Humanitas Cellini si occupa dell’ambulatorio della Scoliosi dedicato al trattamento di pazienti con scoliosi: bambino, adolescente e adulto.

Dottoressa Petruzzi, che cos’è la scoliosi e da cosa è causata?

«La scoliosi è una deformazione tridimensionale della colonna vertebrale nei tre piani dello spazio (frontale, laterale e trasversale) in cui la vertebra gira su se stessa. Nell’80 per cento dei casi è chiamata scoliosi idiopatica, perché non se ne conosce ancora la causa certa. Allo stato attuale se ne definisce un’origine multifattoriale dovuta a fattori genetici, a disturbi sistemici, all’alterazione di alcune proteine o ad altre cause. Nel restante 20 per cento dei casi è definita scoliosi secondaria, perché associata ad altre patologie, come la scoliosi associata a malformazioni vertebrali, la scoliosi associata a paralisi cerebrale infantile o ad altro».

Con quale frequenza la scoliosi si registra nella popolazione?

«La scoliosi idiopatica dell’adolescente si presenta nella popolazione con una prevalenza che va dal 2 al 3 per cento. Può svilupparsi in qualunque momento dell’infanzia e dell’adolescenza. Anche se appare più comunemente nei periodi di scatto di crescita: tra i sei e i 24 mesi, tra i 5 e gli 8 anni, durante la pubertà dopo gli 11 anni».

Quali sono i campanelli d’allarme ai quali i genitori devono prestare attenzione?

«Le alterazioni posturali possono essere il segno di una scoliosi evolutiva. Risulta perciò importante evidenziare alterazioni dell’altezza delle spalle o delle scapole, della forma dei fianchi o lo squilibrio del tronco verso destra o sinistra. Quando osservano dei cambiamenti della postura del proprio figlio, i genitori devono rivolgersi a un ortopedico esperto nella scoliosi, che con una visita potrà evidenziare se siamo in presenza di una vera scoliosi o di un atteggiamento scoliotico. La scoliosi si differenzia dall’atteggiamento scoliotico perché è evolutiva nel tempo. Nell’atteggiamento scoliotico la curva è solo sul piano frontale, non peggiora nel tempo e non si assiste alla rotazione vertebrale».

Perché è tanto importante la diagnosi precoce?

«Se l’angolo della scoliosi a fine crescita ossea supera la “soglia critica” tra i 30 e i 50 gradi, esiste un rischio maggiore di sviluppare in età adulta problemi di salute, peggiore qualità di vita, deformità estetica, dolore e limitazioni funzionali. La diagnosi precoce è importante per evitare il riscontro di curve già gravi. L’obiettivo del trattamento conservativo della scoliosi è quello di evitare l’intervento chirurgico, migliorare l’estetica del corpo, migliorare la qualità di vita».

Qual è il trattamento della scoliosi?

«Il trattamento dipende dall’età al momento della diagnosi, dalla maturità ossea, dai gradi e dalla rigidità della curva. Può consistere in esercizi di autocorrezione, corsetti specifici associati agli esercizi o, infine, chirurgia di fronte alle curve più gravi».