La pelle è un organo sensibile allo stato di salute del nostro organismo, fisico e psichico, e la pandemia di COVID-19 non ha risparmiato nessuno di questi aspetti: ecco l’esperienza della dottoressa Anna Luisa Carmagnola, dermatologa di Humanitas Cellini.

La dermatologia al tempo del Coronavirus

«Non avevo mai visto un virus con tante potenzialità patogene come COVID-19» dice la dottoressa Anna Luisa Carmagnola. «Ho visto di tutto: anche la pelle, i capelli, le unghie sono stati colpiti con manifestazioni molto varie, anche a distanza di mesi dal contagio».

La correlazione è stata frutto dell’esperienza con tanti pazienti, purtroppo questa malattia era nuova per tutti. Spiega infatti la dottoressa Carmagnola: «Mi sono trovata davanti a eruzioni cutanee o casi di alopecia improvvisa, in persone fino a poco prima perfettamente sane».

Bisogna tenere presente la psiche

La pelle è un organo che risente molto dello stato emotivo ed è indubbio che COVID-19 abbia avuto su tutti noi effetti devastanti anche solo in termini di ansie e paure.

«Per un medico etichettare una patologia come questione di ansia è un po’ troppo comodo, le cause sono sempre diverse e concatenate, ma la componente psichica è senz’altro da tenere in conto, ancor più in epoca COVID», continua la dottoressa Carmagnola.

Un approccio accogliente

«Il paziente non è una cassetto di un armadio, il paziente è l’intero armadio». Con questa metafora la dottoressa Anna Luisa Carmagnola sottolinea che il medico non deve limitarsi a indagare il problema, ma deve prendere in considerazione il paziente nella sua totalità. «Per me è fondamentale parlare con le persone, accoglierle, guardarle, ascoltarle, lo ritengo indispensabile proprio in nome della stretta connessione della dermatologia con la mente: il paziente inizia a guarire nel momento in cui il suo bisogno è accolto e preso in carico. Oltre al fatto che nelle parole del paziente spesso si trova già la diagnosi» spiega la dottoressa Carmagnola.

«Inoltre, ci sono patologie dermatologiche in cui il paziente potrebbe non avere un risultato immediato, è quindi sempre necessario entrare in una relazione di onestà e fiducia perché a curare una malattia siamo sempre in due: il paziente lavora insieme a me».

Una branca difficile

«La dermatologia è una specialità difficile perché ha pochi strumenti diagnostici oltre, come diceva il mio maestro, all’occhio del dermatologo» conclude la dottoressa Carmagnola. «Servono una solida preparazione clinica e tanta, tanta esperienza». Per questo è importante rivolgersi a esperti che sappiano tenere insieme tutte le infinite variabili che sottendono una diagnosi.