È stato presentato all’EuroPCR, prestigioso Congresso mondiale di cardiologia interventistica, il risultato dello studio condotto dagli infermieri del Gruppo EBP che riduce i casi di occlusione dell’arteria radiale e che nei prossimi mesi sarà esteso anche a Humanitas e Città della salute.

 

 

Parigi val bene un bendaggio. Quello che ha permesso a due infermieri del Gruppo EBP (Evidence-Based Practice) della Clinica Cellini di partecipare al recente EuroPCR di Parigi, il Congresso che ogni anno chiama a raccolta il meglio della cardiologia interventistica a livello mondiale. Venerdì 22 maggio Silvia Marini, infermiera del reparto di Emodinamica della Clinica Cellini, ha presentato gli esiti del lavoro svolto dal Gruppo EBP nel corso del 2014: applicando una particolare tecnica di bendaggio compressivo manuale si riduce la possibilità di occlusione dell’arteria radiale nei pazienti sottoposti ad angiografia coronarica ed eventualmente ad angioplastica coronarica. Nello studio, realizzato su un campione di 139 pazienti, i casi di occlusione dell’arteria radiale sono stati pari allo 0,93%, mentre di norma la letteratura scientifica li colloca, con la complicità di molti fattori, tra il 2% e il 18%.

 

«Avevamo presentato i risultati dello studio lo scorso ottobre al 35esimo congresso nazionale del Gise (Società italiana di cardiologia invasiva) – spiega Salvatore Belmonte, coordinatore infermieristico dell’Emodinamica della Clinica Cellini, anch’egli presente all’EuroPCR di Parigi – e già in quella occasione ci eravamo resi conto di quanto la platea lo avesse trovato interessante». Tanto che il Comitato scientifico dell’EuroPCR, attraverso la responsabile italiana degli infermieri Sandra Griggio, ne aveva sollecitato la presenza all’appuntamento parigino. «L’abstract del nostro lavoro è stato infine uno dei 24 selezionati per la comunicazione orale su un totale di 1184 presentati – aggiunge Belmonte -. Davvero una bella affermazione che ci spinge a fare ancora meglio».

 

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Sì, perché proprio in virtù dell’interesse riscosso, lo studio verrà ampliato. «Diventerà multicentrico e interesserà almeno duemila pazienti – precisa Silvia Marini – attraverso il coinvolgimento delle strutture di Emodinamica dell’Istituto clinico Humanitas di Rozzano, della Città della salute e della scienza di Torino, degli ospedali di Ivrea e Cirié». Un lavoro imponente che partirà prima della fine di quest’anno e che conta sul sostegno attivo del dottor Francesco Milone e della dottoressa Patrizia Presbitero, responsabili dell’Emodinamica e della Cardiologia della Clinica Cellini.

 

Secondo i risultati fin qui ottenuti, il bendaggio compressivo manuale comporta un doppio importante vantaggio: abbatte i costi (il “device” utilizzato in alternativa costa molto di più) e riduce le complicanze che sono note a tutti i cardiologi. I pazienti sottoposti al bendaggio compressivo manuale del braccio vedono rimossa una prima fasciatura dopo un’ora e una seconda fasciatura dopo quattro ore, effettuano un controllo pre-dimissione il giorno successivo all’intervento e, infine, un controllo ecografico a distanza di trenta giorni.

 

«Audit, reclutamento dei pazienti e follow up sono stati tutti progettati dagli infermieri del gruppo di ricerca, che hanno appreso anche la tecnica ecografica e la sua esecuzione a livello ambulatoriale – conclude il dottor Aldo Montanaro, direttore dei Servizi assistenziali e sanitari della Clinica Cellini -. Per il Gruppo EPB e per tutta la Clinica è un risultato importante che assicura ancora maggiore attenzione e qualità verso i nostri pazienti».