«L’ambulatorio si prende cura della patologia benigna che tende a diventare cronica senza mai essere evidenziata dagli esami strumentali – spiega la dottoressa Hene Vrenozi, fisiatra di Humanitas Cellini», che invita ad adottare una serie di comportamenti virtuosi: «Attività fisica, alimentazione equilibrata, controllo del proprio peso corporeo sono di grande aiuto».

 

Nell’ambulatorio di Medicina vertebrale di Humanitas Cellini, condotto dalla dottoressa Hene Vrenozi, fisiatra con formazione specifica in Medicina manuale, viene trattato quel mal di schiena che sfugge alle cause di natura organica (fratture, tumori, patologia reumatica o altro) e che spesso è talmente difficile da spiegare e curare che obbliga il paziente a lunghi e infruttuosi pellegrinaggi da uno specialista all’altro.

Dottoressa Vrenozi, di “quale” mal di schiena si occupa l’ambulatorio di Medicina vertebrale di Humanitas Cellini?

«Il mal di schiena può essere dovuto a diverse patologie della colonna vertebrale, ma nel nostro ambulatorio si presta particolare attenzione ai pazienti con la tipica patologia benigna di origine disfunzionale che non viene evidenziata dai comuni esami strumentali. SI tratta del classico caso che viene definito comune, benigno o aspecifico, viene spesso attribuito a fenomeni artrosici e rappresenta il quadro all’interno del quale si muove quasi il 98 per cento dei casi di lombalgia che affliggono la popolazione e che possono manifestarsi fin dalla giovane età».

Come funziona l’ambulatorio di Medicina vertebrale?

«Da noi il paziente viene sottoposto all’esame clinico classico ma anche all’esame clinico codificato, procedimento indicato dalla Scuola di medicina manuale di Robert Maigne, medico francese che ha innovato il metodo di manipolazioni vertebrali e articolari. In questo modo, si arriva a una prima diagnosi orientata verso un trattamento specifico che sarà sempre esercitato per mano di un medico. Sottraendo e addizionando segni e sintomi, il fisiatra otterrà la diagnosi che gli suggerirà il percorso di cura migliore da percorrere. Si procederà quindi con il trattamento che sarà completo e multimodale: manipolazione, trattamento dei tessuti molli, sola mobilizzazione, trattamento punti trigger, dry needling o infiltrazione loco-regionale».

Quanto dura il trattamento?

«A volte può bastare una singola manipolazione, proprio per merito del trattamento orientato e specifico della patologia che interessa il paziente. Al paziente viene comunque richiesta la massima collaborazione lungo tutto il percorso di cura che, in taluni casi, può anche richiedere molto tempo».

Cosa si può fare invece in un’ottica di prevenzione?

«Attività fisica, alimentazione equilibrata, controllo del proprio peso corporeo rappresentano altrettanti comportamenti virtuosi. Mentre è fondamentale evitare le posture scorrette, anche durante le normali attività quotidiane di vita e di lavoro. Qualche esempio? Usare un cuscino cilindrico dietro la schiena quando si sta seduti molto a lungo, piegare le ginocchia in avanti anziché flettere la schiena quando si solleva un peso, scegliere un materasso adatto per la notte, evitare di affondare quando ci si siede sul divano o su una poltrona e di guardare la tv con la cervicale storta. Osservare queste semplici accortezze migliora la salute della nostra schiena».