Che cos’è la Resettoscopia

L’introduzione dell’isteroscopia operativa, altrimenti detta resettoscopia, ha determinato profondi mutamenti nell’approccio diagnostico- terapeutico alle perdite ematiche vaginali anomale, rendendo il raschiamento uterino diagnostico terapeutico (RDT) non solo desueto ma anche dannoso, in quanto afflitto da elevati tassi di insuccesso. La resettoscopia, avvalendosi di tecnologie avanzate, consente l’esecuzione di numerose procedure terapeutiche quali la polipectomia, l’ablazione endometriale, l’asportazione di setti e subsetti uterini ed inoltre tecniche di sterilizzazione tubarica con il metodo “Essure”.
Il perferzionamento della tecnica di miomectomia resettoscopica consente di asportare tramite resettoscopia i miomi uterini intramurali profondi e miomi intramurali sottomucosi anche di grosse dimensioni (fino a 6 cm con distanza minima dalla sierosa > di 2 mm) oltre ai più facilmente accessibili miomi sottomucosi. Il fine è quello di permettere la conservazione dell’integrità della parete miometriale nella tutela della gravidanza e del parto naturale. La via di accesso resettoscopico garantisce inoltre un minore sanguinamento intraoperatorio, rappresentando l’intervento d’elezione in pazienti anemizzate per intense menorragie mensili. Tale ampliamento delle indicazioni all’utilizzo della resettoscopia è possibile solo grazie ad una sempre più perfezionata diagnostica ecografica preoperatoria. In particolare, l’ecografia tridimensionale permette l’accurata visione topografica della localizzazione dei miomi e consente di evitarne lo studio preoperatorio più invasivo mediante isteroscopia diagnostica.