In che modo si può contrarre l’infezione da Clostridium perfringens?

L’infezione da Clostridium perfringens più comune è la tossinfezione alimentare: questa infezione si verifica in particolare quando gli alimenti vengono preparati in grandi quantità e tenuti a temperature moderate per diverso tempo prima di essere serviti (è per questo che molti casi di infezione si verificano in ospedali, mense scolastiche e case di cura o durante eventi in cui viene consumato cibo servito da catering). Dato che Clostridium perfringens è presente comunemente sulla carne cruda, è opportuno fare attenzione all’eventuale contaminazione di cibi già cotti e pronti al consumo con cibi ancora crudi.

Inoltre, il Clostridium perfringens può essere all’origine della gangrena gassosa, grave tipo di gangrena acuta che si instaura e si diffonde rapidamente per contaminazione di ferite da parte del batterio presente comunemente nel terreno.

Clostridium perfringens (Clostridium perfringens) è un batterio Gram-positivo e anaerobio le cui spore sono comunemente presenti nell’ambiente di vita e nel suolo.

Sintomi e malattie correlate all’infezione da Clostridium perfringens

Le persone colpite dall’infezione da Clostridium perfringens manifestano diarrea e crampi addominali entro 6-24 ore dal contatto col batterio. L’infezione generalmente inizia improvvisamente e dura meno di 24 ore. Le persone con infezione da Clostridium perfringens in genere non presentano febbre o vomito. Questo tipo di infezione non viene trasmessa da persona a persona.

Che cos’è il Clostridium perfringens?

Clostridium perfringens è un batterio Gram-positivo e anaerobio. È noto per essere agente eziologico in particolare di tossinfezioni alimentari che si verificano se c’è un consumo di alimenti contaminati dal batterio, anche se può determinare altre patologie come la gangrena gassosa. Questo batterio è naturalmente presente nell’intestino dell’uomo e degli animali e può essere trovato in diverse fonti ambientali (ad esempio è presente comunemente sulla carne cruda). Generalmente si sviluppa in condizioni con poco ossigeno o in assenza totale di ossigeno e in condizioni ideali (tra 43 e 47 gradi centigradi) tende a moltiplicarsi molto rapidamente. Alcuni ceppi di Clostridium perfringens producono nell’intestino una tossina responsabile delle tossinfezioni alimentari.

Cure e trattamenti

Le cure e i trattamenti contro le infezioni da Clostridium perfringens prevedono la somministrazione di preparati per la reidratazione da prendere per via orale. Nei casi più gravi si somministrano soluzioni di liquidi ed elettroliti per via endovenosa. Non si raccomanda l’uso di antibiotici.

Per impedire la crescita delle spore di Clostridium perfringens sugli alimenti già cotti è opportuno conservare i cibi dopo la cottura a temperature oltre i 60 o al di sotto dei 5 gradi centigradi (così da evitare la crescita delle spore di Clostridium perfringens che potrebbero essere sopravvissute al processo di cottura). I piatti a base di carne devono essere serviti caldi subito dopo la cottura. Alimenti preparati in grandi quantità come zuppe o stufati o grandi tagli di carne, come gli arrosti, devono essere divisi in piccole porzioni prima di essere conservati in frigorifero. Bisogna refrigerare gli avanzi al di sotto dei 5 gradi centigradi appena possibile e comunque entro due ore dalla preparazione e bisogna riscaldarli ad almeno 75 gradi centigradi prima di essere nuovamente consumati. Per prevenire la contaminazione da alimenti crudi è bene, in cucina, lavarsi le mani e pulire utensili e pentole accuratamente dopo aver maneggiato alimenti crudi.

Attenzione: le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. In caso di malessere si consiglia di consultare il proprio medico o di recarsi al pronto soccorso.