Che cos'è l'artrosi di spalla?

In una spalla sana le superfici articolari della glena e della testa omerale sono rivestite di cartilagine: si tratta di un rivestimento liscio e morbido che consente ai capi articolari di muoversi fra di loro senza attrito.
Nei soggetti oltre i 65 anni e/o con una certa predisposizione, la cartilagine può andare incontro lentamente ma irreversibilmente a usura: questo provoca dolore e rigidità, con successiva limitazione delle normali attività quotidiane.

L'artrosi può essere anche legata a patologie reumatologiche, come l'artrite reumatoide, oppure può svilupparsi a seguito della viziosa consolidazione di una frattura di spalla.

 

Quali sono i trattamenti per l'artrosi di spalla?

In qualche caso la terapia fisica e medica, così come alcuni esercizi riabilitativi, possono migliorare la condizione clinica. In molti casi però il dolore aumenta così come la rigidità.

Nei primi stadi dell'artrosi, può essere utile il trattamento artroscopico: l'obbiettivo è quello di "pulire" l'articolazione, ossia di rimuovere frammenti di cartilagine e tessuti infiammati. Non è da considerarsi come il trattamento definitivo ma può limitare la sintomatologia dolorosa del paziente per un determinato periodo di tempo.

Negli stadi avanzati dell'artrosi, la soluzione chirurgica consiste nell'impianto di una protesi di spalla.
Negli ultimi anni, la protesi di spalla ha raggiunto risultati e affidabilità simili alle protesi di anca e ginocchio.
Ne esistono diversi tipi: totale, endoprotesi, inversa, di rivestimento; sarà il chirurgo, sulla base della visita e degli esami strumentali del paziente, a proporre la soluzione appropriata.

La durata media del ricovero è di 2-3 giorni, salvo complicazioni.

Nell'immediato post-operatorio, viene posizionato un tutore che va portato per 30 giorni (salvo diversa indicazione). Durante questo periodo è comunque possibile rimuovere il tutore 2-3 volte al giorno per eseguire cauti esercizi di mobilizzazione passiva di spalla, gomito, polso e dita sempre con l'arto lungo il fianco.

Il paziente verrà opportunamente istruito e reso autosufficiente per quanto riguarda le necessità quotidiane quali il lavarsi e il vestirsi.

Passati 30 giorni dall'intervento, si potrà iniziare il trattamento fisioterapico, salvo diversa indicazione del chirurgo. Bisognerà prevedere almeno 2-3 mesi di riabilitazione. In media il recupero funzionale e il ritorno alle normali attività quotidiane si ottiene in 5-6 mesi, ma può necessitare anche di periodi più lunghi, sempre con l'arto lungo il fianco.