Che cos’è l’idrocefalo?
Il sistema nervoso centrale è immerso nel liquido cefalorachidiano (liquor), che svolge varie funzioni tra cui di protezione meccanica e di mezzo nutritivo per gli scambi di sostanze col sistema nervoso.
Il liquor circola fino a raggiungere la superficie del cervello e del midollo spinale per poi essere riassorbito da altre strutture definite granulazioni di Pacchioni.
L’idrocefalo è la dilatazione di uno o più ventricoli in seguito all’accumulo di liquor al proprio interno e può instaurarsi: in seguito ad una produzione eccessiva di liquor, ad una riduzione del riassorbimento oppure ad un ostacolo della circolazione dello stesso con conseguente accumulo a monte dell’ostruzione.
Può instaurarsi in breve tempo – idrocefalo acuto – e mettere a repentaglio la vita di una persona se non viene trattato tempestivamente, oppure può instaurarsi molto lentamente – idrocefalo normoteso o cronico -.
Quali sono i sintomi dell’idrocefalo cronico?
I sintomi classici dell’idrocefalo normoteso è definita triade di Hakim e comprende:
- disturbi della deambulazione
- disturbi cognitivi (soprattutto riduzione della memoria)
- incontinenza urinaria
Quando ci si trova di fronte a questo quadro clinico, seppur simile a quello di altre patologie tipiche dell’anziano, bisogna sospettare l’idrocefalo normoteso come causa e procedere all’iter diagnostico appropriato.
Come viene diagnosticato l’idrocefalo?
Un paziente che presenti la triade di Hakim come sintomatologia dovrebbe sottoporsi a TC e a RM encefalo con studio della dinamica liquoral. Oltre agli esami radiologici è bene integrare anche il test di sottrazione liquorale. Quando vi è congruenza tra sintomatologia, radiologia e test, si può dunque porre diagnosi di idrocefalo normoteso.
Qual è il trattamento per l’idrocefalo normoteso?
Il trattamento dell’idrocefalo normoteso è chirurgico e si definisce derivazione ventricolo-peritoneale. L’intervento consiste nell’introdurre un catetere nel ventricolo laterale destro e di raccordarlo ad un catetere più lungo che verrà introdotto nel peritoneo. Il liquor in eccesso verrà così defluito nel peritoneo e lì riassorbito ed eliminato.
Nei mesi successivi all’intervento, il paziente dovrà eseguire alcune visite di controllo per verificare il corretto funzionamento del sistema di derivazione e valutare eventuali regolazioni della taratura della valvola.