I tumori spinali vengono suddivisi a seconda del loro posizionamento:

  • Tumori extradurali o del rachide
  • Tumori intradurali extramidollari
  • Tumori intradurali intramidollari

Che cosa sono i tumori extradurali o del rachide?

Il 75% dei pazienti con tumori maligni soffre anche di metastasi vertebrali. Queste sono più comunemente legate a tumori della mammella, del polmone, della prostata, del rene, della tiroide e del colon. La metastasi in genere inizia a crescere dal corpo vertebrale.

Il 95% delle metastasi spinali sono extradurali e in particolare:

  • Metastasi lombari 22%
  • Metastasi toraciche 70%
  • Metastasi cervicali 8%

Come si dividono i tumori extradurali o del rachide?

Tumori osteogenetici

  • Benigni: osteoma, osteoma osteoide, osteoblastoma, tumore cellule giganti.
  • Maligni: osteosarcoma, sarcoma di Ewing, mieloma.

Tumori cartilaginei

  • Benigni: condroma, osteocondroma, condroblastoma.
  • Maligni: condrosarcoma.

Tumori vascolari

  • Benigni: emangioma, linfangioma, angioreticuloma
  • Maligni: angiosarcoma, emangiopericitoma

Tumori del tessuto connettivo

  • Benigni: fibroma, lipoma
  • Maligni: fibrosarcoma, liposarcoma.

Che cosa sono i tumori intradurali extramidollari?

Questi tumori possono svilupparsi alle radici – è il caso dei neurinomi – oppure alla dura madre, come il meningioma. Circa il 40% dei neurinomi e circa l’80% dei meningiomi interessano il segmento toracico.

La forma più comune è il neurinoma o schwannoma, con il 30% dei casi, può colpire a qualsiasi età ed è nella quasi totalità dei casi benigno. A seguire il meningioma, con il 25% e una prevalenza femminile, soprattutto tra i 50 e i 70 anni. Le altre forme sono più rare.

Come si dividono i tumori intradurali extramidollari?

  • Forme benigne: meningiomi, neurinomi, dermoidi, epidermoidi, lipomi
  • Forme maligna: metastasi

Che cosa sono i tumori intradurali intramidollari?

Questi tumori sono piuttosto rari e colpiscono di preferenza gli adulti.

I più comuni sono gli ependimomi (45%), leggermente prevalenti negli uomini rispetto alle donne, soprattutto a livello cervicale e più comuni tra i 30 e i 60 anni, e gli astrocitomi (35%): tumori per lo più benigni, che colpiscono maggiormente bambini e giovani, con un interessamento a livello cervicale e cervico-toracico.

L’emangioblastoma e il lipoma rappresentano rispettivamente il 2-3% delle neoplasie intramidollari. Molto più rara invece l’occorrenza degli angiomi cavernosi, dei tumori dermoidi ed epidermoidi, dei teratomi e delle metastasi.

Come si dividono i tumori intradurali intramidollari?

  • Forme Benigne: ependimomi, astrocitomi giovanili, angioreticulomi, dermoidi, epidermoidi, colesteatomi, lipomi.
  • Forme maligne: astrocitomi anaplastici, glioblastomi, metastasi.

Quali sono i sintomi dei tumori spinali?

Il sintomo caratteristico delle neoplasie spinali è la rachialgia, ovvero un dolore a livello vertebrale. Questo dolore è sordo e profondo, si accompagna a contrattura – anch’essa dolorosa – dei muscoli paravertebrali e può associarsi a dolore radicolare (corrispondente al nervo sensitivo interessato), soprattutto in caso di tumori intradurali extramidollari.

Oltre al dolore, il paziente potrebbe avvertire disturbi motori, sensitivi, sfinterici e sessuali.

I disturbi motori possono essere causati dal danneggiamento delle strutture che controllano la funzione motoria, come radici motorie (paralisi flaccida), corna anteriori del midollo (paralisi flaccida) e vie cortico-spinali (paralisi spastica). Il soggetto avvertirà pesantezza o debolezza a uno o più arti.

La diffusione dei disturbi motori è indicativa del tipo di tumore spinale di cui soffre il paziente. I tumori intramidollari per esempio sono caratterizzati da un deficit motorio discendente, con un’iniziale compromissione delle fibre centrali e poi di quelle più laterali. I tumori extramidollari invece sono caratterizzati da una sintomatologia ascendente.

La comparsa dei sintomi è più rapida nelle neoplasie maligne e nei tumori intramidollari: questi infatti, formandosi in uno spazio molto piccolo, danno molto più precocemente segno della loro presenza.

I disturbi sensitivi più comuni sono parestesie (formicolii), senso di addormentamento, sensazione di caldo/freddo e ipo-anestesia, ovvero una sensazione di “pelle morta” o quella della perdita di una parte o della totalità di un arto. Come accade nei deficit motori, anche i disturbi sensitivi hanno progressione ascendente nei tumori extramidollari e discendente in quelli intramidollari.

I disturbi sfinterici e sessuali caratterizzano i tumori del cono midollare, la porzione finale del midollo spinale, e hanno esordio tardivo.

Come si effettua la diagnosi dei tumori spinali?

La diagnosi si avvale di esame clinico ed esami strumentali.

Sono particolarmente utili le indagini radiologiche, come RX, TC e risonanza magnetica della colonna, che consentono di stabilire la natura di questi tumori.

La conferma però si ottiene mediante esame istologico: è fondamentale dunque effettuare una biopsia della lesione oppure sottoporre a esame istologico il materiale asportato nel corso dell’intervento.

Trattamento dei tumori spinali

In caso di metastasi, il trattamento è multidisciplinare e può avvalersi di chirurgia, chemioterapia e radioterapia. L’approccio terrà conto del quadro clinico del paziente, delle sue condizioni di salute, della lesione primitiva che metastatizzato e dell’aspettativa di vita del paziente.

Si rende necessario il trattamento chirurgico in caso di:

  • fallimento della radioterapia
  • diagnosi sconosciuta
  • fratture patologiche instabili
  • compromissione neurologica ingravescente sul versante motorio e/o sensitivo
  • singola localizzazione
  • grave sintomatologia irritativa radicolare

A seconda della localizzazione e dell’estensione del tumore, dell’integrità ossea e del grado di debilitazione del paziente (con almeno sei mesi di aspettativa di vita) il chirurgo sceglierà se optare per decompressione o stabilizzazione.

La decompressione posteriore è indicata in presenza di metastasi extradurali con distribuzione prevalentemente a livello dell’arco posteriore e di metastasi intradurali, per una migliore asportazione transdurale.

La decompressione e la stabilizzazione anteriore sono indicate qualora occorra effettuare corpectomie, anche multilivello, per una stabilizzazione con garanzia di un valido sostegno al carico assiale su segmenti integri da neoplasia.

I tumori intradurali necessitano di intervento chirurgico per rimuovere la lesione. Anche i tumori intradurali extramidollari (soprattutto nel caso di neurinomi e meningiomi) vengono asportati con una buona prognosi e una possibile ripresa funzionale completa.

Anche nel caso dei tumori intramidollari non infiltranti (ependimomi, emangioblastomi, astrocitomi giovanili) si può procedere ad asportazione, con possibilità di guarigione completa.

I tumori intramidollari infiltranti (astrocitomi, glioblastomi, lipomi) invece non possono essere rimossi totalmente. In loro presenza viene in genere lasciato un piccolo residuo, con conseguente recidiva a distanza di tempo.