Allergie d’estate? «Non curare in modo adeguato i sintomi può favorire la comparsa dell’asma», spiega il dottor Francesco Furno, allergologo di Humanitas Cellini. «Il vaccino blocca la malattia per mezzo di due sole micro somministrazioni intradermiche, utili anche per i bambini».

«Le allergie estive sono principalmente di natura respiratoria e anche i sintomi sono quelli classici da raffreddore da fieno: occhi arrossati che prudono, starnuti con conseguente oculorinite e, nei casi non tempestivamente trattati, anche la comparsa dell’asma, una malattia seria che nel mondo rappresenta ancora la quarta causa di morte». Il dottor Francesco Furno, allergologo di Humanitas Cellini, sintetizza così il quadro allergico dell’estate, strettamente collegato a quello delle altre stagioni.

«Il calendario pollinico della nostra zona è piuttosto vasto – spiega -. Già nel tardo inverno comincia l’impollinazione di alberi come betulle, noccioli e oleacee che disperdono i loro pollini nell’aria. Verso aprile scatta invece quella delle graminacee: erba dei prati, grano, mais, avena, mentre un mese più tardi è il momento della parietaria, un’erba della famiglia delle urticacee che fiorisce fino a ottobre». A luglio le graminacee finiscono di impollinare e arriva il momento delle composite: artemisia e ambrosia in particolare. Quest’ultima è una specialità tutta d’importazione: «In Italia non esisteva – rivela il dottor Furno -, sono stati gli americani a introdurla durante la Seconda guerra mondiale attraverso le loro tende negli accampamenti». Una novità che oggi è talmente diffusa da rappresentare una delle allergie principali nel mosaico pollinico della zona. Altra “nuova entrata” è l’allergia alle oleacee: «Esplosa quando si è cominciato a piantare in giardini e terrazze la forsizia, pianta gialla decorativa proveniente dall’Asia orientale che oggi cresce dappertutto in modo selvatico».

Cosa occorre fare quando si scopre di “patire” la bella stagione e si sospetta una o più delle allergie d’estate?

«Occorre sottoporsi alla visita e alle relative prove allergologiche che nel giro di appena un quarto d’ora rivelano a quali pollini è allergico il paziente» risponde il dottor Furno. Dopodiché si passa alla terapia che punta sulla iposensibilizzazione attraverso il vaccino. «Gli antistaminici classici e il cortisone non curano l’allergia, tolgono i sintomi facendo stare provvisoriamente meglio il paziente senza però arrestare la malattia – precisa lo specialista -. Il vaccino blocca invece la malattia e la fa regredire impedendo che possa avanzare». Sottolinea il dottor Furno che tre casi su quattro di rinite allergica non trattata con il vaccino evolvono in asma: «Senza contare tutte le altre complicanze di un’allergia mal curata – aggiunge -, a cominciare dalla poliposi nasale che vede spesso i pazienti ricorrere a più interventi chirurgici poiché i polipi recidivano».

Sbaglia chi pensa al vaccino contro le allergie come a una pratica lunghissima e dispendiosa. «I vaccini hanno conosciuto un’evoluzione importante – conferma il dottor Furno -. Quello che utilizzo in Humanitas Cellini conta su due sole micro somministrazioni per via intradermica. E’ composto da un pool di allergeni microdose legati a un enzima: vengono tutti riconosciuti come parte di sé dal sistema immunitario che perciò interrompe, o comunque rallenta, la produzione degli IgE, gli anticorpi che producono la reazione allergica». In questo vaccino compaiono tutti gli allergeni respiratori che danno più comunemente reazioni allergiche: «Significa che anche i pazienti positivi a cinque, sei, sette allergeni possono essere curati in una volta sola, risparmiando così molto tempo e ottenendo un risultato più efficace».

Qual è il periodo migliore per sottoporsi al vaccino contro le allergie?

«Dipende dal tipo di allergia – specifica il dottor Furno – L’ideale è comunque effettuare la prima somministrazione con un mese d’anticipo sulla comparsa dei sintomi: chi è allergico alle betulle può farlo a gennaio, chi alle graminacee in marzo, chi ha un’allergia pluristagionale come quella legata ad acari e polveri può invece vaccinarsi in qualsiasi momento». Meglio evitare però di farlo quando i sintomi sono già esplosi: «La resa terapeutica è maggiore se viene eseguito prima». E i bambini? Dai 3 anni in su sono vaccinabili e sono quelli che in genere rispondono meglio alla terapia.

Ma l’estate non è solo allergia respiratoria. «C’è quella al veleno degli imenotteri – conferma il dottor Furno -: api, vespe, calabroni. Può manifestarsi in modo lieve con disturbi locali di rossore e gonfiore ma può anche trasformarsi in grave shock anafilattico». Una situazione pericolosa che ogni anno determina in Italia circa 70 decessi legati alle punture d’ape: «Una volta giunta alla diagnosi di allergia è bene sottoporre il paziente alla terapia desensibilizzante che attraverso un vaccino garantisce il 100 per cento di protezione». Infine c’è anche l’allergia al sole, da non confondere con l’eritema solare. «E’ una reazione del sistema immunitario alla luce del sole che si manifesta soprattutto con eruzioni cutanee e prurito. Nei casi più complessi – conclude il dottor Francesco Furno – è bene esporsi poco al sole, coprirsi in modo adeguato e ricorrere ad antistaminico, nicotinamide e vitamine».