È dal 2003 che la Clinica si affida a ortopedici specialisti: una scelta vincente che va incontro alle rinnovate esigenze del paziente nonché alle linee guida internazionali.
In tema di chirurgia protesica di ginocchio, il dottor Maurizio Forti e la sua équipe si prendono cura dell’intero percorso del paziente: dalla prima visita fino alla riabilitazione post operatoria.

 

La Chirurgia del ginocchio di Humanitas Cellini raggiunge un importante traguardo: i quindici anni di attività del dottor Maurizio Forti, dal 2003 responsabile di una specialità che a oggi gli ha visto eseguire oltre tremila impianti protesici di ginocchio e ha permesso alla Clinica di diventare la seconda realtà del Piemonte per numero di impianti eseguiti (circa 250 l’anno). «Quindici anni fa, in Italia, la figura dell’ortopedico specialista risultava piuttosto insolita ed era persino vista con diffidenza – rivela il dottor Forti -. Oggi è addirittura il paziente a richiederla, in quanto garanzia di maggiore competenza e di affidabilità in sala operatoria».

Fu il professor Giacomo Massé, allora referente dell’Ortopedia di Humanitas Cellini, a caldeggiare l’impronta specialistica per la chirurgia e gli ambulatori della Clinica: «Io e i miei colleghi rappresentammo uno dei primi esempi nazionali di monospecialità – prosegue il dottor Forti -, una scelta azzeccata che in poco tempo ci permise di acquisire competenze specifiche e di guadagnare la fiducia dei nostri pazienti». Assieme al dottor Forti c’erano il dottor Alessandro Dallera (responsabile della Chirurgia dell’anca), il dottor Luigi Milano (Chirurgia del piede), il dottor Massimo Brignolo (Chirurgia della spalla) e il dottor Maurizio Calcagni (Chirurgia della mano). Pochi anni più tardi si sarebbe aggiunta anche la Chirurgia vertebrale, affidata al dottor Joannis Demangos e al dottor Giuseppe Carannante, mentre successivamente la Chirurgia dell’anca sarebbe stata affidata al dottor Carlo Alberto Buratti e la Chirurgia della mano al dottor Giorgio Pivato, ancora oggi responsabili dei rispettivi ambiti.

«Rispetto a quei tempi – continua il dottor Forti -, il paziente è cambiato molto, soprattutto perché non vuole più invecchiare. Se una volta si accontentava di un recupero in grado di permettergli un ritorno alla vita di tutti i giorni, oggi chiede di riprendere a praticare con la stessa intensità gli sport di sempre. È più esigente ed è perciò lui stesso a pretendere un ortopedico specialista». In Humanitas Cellini la concezione dell’ortopedico che “fa tutto” è quindi definitivamente superata: «La nostra organizzazione – conferma il dottor Forti – va incontro alle attuali linee guida internazionali che mettono il paziente davanti a tutto ed esigono per lui un trattamento altamente specializzato».

Nel corso degli anni, il dottor Forti s’è circondato di un’équipe che prende in carico il paziente dalla prima visita in ambulatorio fino alla dimissione post operatoria e al periodo di riabilitazione. Fondamentale in questo senso è la figura del “case manager” del team di Chirurgia del ginocchio, Eva Szekely, incaricata di seguire l’intero percorso diagnostico e terapeutico del paziente. «Tutti insieme abbiamo maturato uno spirito di gruppo e una crescita professionale che, con il coinvolgimento dell’Unità di Anestesia, Rianimazione e Terapia intensiva della Clinica, ha velocizzato i tempi di esecuzione dell’intervento e i livelli di sicurezza e prestazione dello stesso». Le tecniche attuali permettono di eseguire un intervento di chirurgia protesica in meno di un’ora: «Ridurre il tempo di esposizione dell’osso abbassa le possibilità di infezione – precisa il dottor Forti -. Intervenire con rapidità risulta una dote del chirurgo specializzato». Altrettanto celere è la fase di riabilitazione: il paziente può alzarsi in piedi il giorno dopo l’intervento, mentre due o tre giorni più tardi è in grado di camminare con l’aiuto delle stampelle e un paio di giorni dopo può anche tornare a casa, in perfetta autonomia. «Dopo circa otto settimane di fisioterapia – continua il dottor Forti -. il recupero si può definire completo, soprattutto per i pazienti più giovani e per quelli giunti in sala operatoria con un quadro clinico non troppo compromesso».

Meno invasivi, supportati da materiali sempre più performanti e abbinati a una riabilitazione più rapida, gli interventi odierni garantiscono una maggiore durata dell’impianto: ecco perché la protesi di ginocchio rappresenta una fondamentale opportunità di recupero per chi aveva perso una parte sostanziale della funzionalità dell’arto. «Che negli anziani è causata dall’usura del ginocchio e nei giovani dalle conseguenze di traumi legati a incidenti sportivi o stradali – conclude il dottor Maurizio Forti -. Ribadito che ogni singolo intervento presenta caratteristiche specifiche, è molto frequente che, dopo l’operazione, l’anziano ritrovi la funzionalità utile a ritrovare la sua normale vita quotidiana e che il giovane sia in grado di riprendere l’attività sportiva. In entrambe le situazioni sarà comunque scomparso il tipico dolore persistente, caratteristico dell’usura del ginocchio».