La bella stagione porta sole, vacanze e riposo ma temperature e umidità eccessive possono rappresentare seri fattori di rischio per le persone più deboli: «Usiamo alcuni accorgimenti e stiamo attenti ai segnali di pericolo», avverte la dottoressa Sandra Alban della Direzione sanitaria di Humanitas Cellini.

 

L’estate porta con sé il sole, le vacanze e il riposo ma, in condizioni particolari, può anche mettere a rischio la nostra salute. Avviene attraverso il fenomeno dell’ondata di calore, un periodo prolungato di condizioni meteo estreme, caratterizzato da temperature al di sopra dei valori abituali e spesso associate ad alti valori di umidità: «L’intensità dell’ondata di calore e, in special modo, la sua durata possono provocare importanti effetti sulla salute», conferma la dottoressa Sandra Alban, medico della Direzione sanitaria di Humanitas Cellini e responsabile del servizio di Guardia interna interdivisionale.

Dal 2014 Torino è una delle 27 città italiane che, nel periodo compreso tra il 15 maggio e il 15 settembre, rientrano nel “Sistema nazionale di sorveglianza, previsione e allarme per la prevenzione degli effetti delle ondate di calore sulla popolazione”, promosso dal ministero della Salute e dal dipartimento della Protezione civile. I bollettini di allerta – consultabili sul sito ministeriale www.salute.gov.it – consentono di essere informati in tempo reale sulle condizioni di rischio in corso.

«Una persona sana è in grado di contrastare gli effetti del caldo abbassando la temperatura corporea attraverso la dilatazione dei vasi perifierici, l’aumento della frequenza respiratoria e la produzione di sudore, Tutto ciò può comportare anche la perdita diversi litri d’acqua al giorno che devono essere recuperati bevendo molti liquidi – spiega la dottoressa Alban -. I soggetti a rischio, come gli anziani possono invece risultare poco efficaci nella regolazione della temperatura cutanea attraverso la produzione di sudore o, in altri casi, possono assumere meno acqua del dovuto». Spesso le persone a rischio avvertono poco il senso di sete, bevono poco e disidratano il loro organismo. «Con la conseguenza che il corpo può raggiungere una temperatura elevata o perdere così tanta acqua da non riuscire più a mantenere integre le funzioni vitali», precisa la dottoressa Alban.

Se la comparsa di crampi ed eritemi nonché la riduzione di alcune attività quotidiane rappresentano sintomi non gravi, la salute della persona è invece in pericolo di fronte a confusione mentale, mal di testa, convulsioni o sensibile aumento della temperatura della pelle. «E’ sempre importante stare attenti alla temperatura e all’umidità dell’ambiente in cui ci muoviamo – sottolinea la dottoressa Alban -: il clima è ben tollerato fino a una temperatura ambientale di 26° e a un tasso di umidità pari all’80 per cento». Se in casa è presente un condizionatore è bene regolarne la temperatura tra i 24° e i 26°, il ventilatore non va invece acceso quando ci si trova costantemente sopra i 32° (potrebbe favorire una pericolosa perdita di liquidi attraverso la sudorazione) ed è sempre bene areare la casa durante le ore notturne, chiudendo imposte esterne e tende nelle ore diurne per impedire l’ingresso dei raggi solari.

Stress da calore e colpo di calore, favoriti da un’esposizione prolungata a temperature elevate, possono rappresentare disturbi in grado di peggiorare le condizioni di salute di persone con patologie croniche preesistenti. «A rischiare di più sono in modo particolare le persone anziane, i malati cronici (soprattutto se alle prese con patologie polmonari e cardiovascolari, diabete, malattie neurologiche), le persone non autosufficienti e quelle che assumono regolarmente farmaci», aggiunge la dottoressa Alban.

A tutti loro vanno ricordati i dieci consigli generali suggeriti dal ministero della Salute per vincere il caldo:

  1. Uscire di casa nelle ore meno calde della giornata.
  2. Indossare un abbigliamento leggero e comodo.
  3. Adottare alcune precauzioni quando si esce in auto.
  4. Rinfrescare l’ambiente domestico e di lavoro.
  5. Osservare precise precauzioni con i climatizzatori.
  6. Bere molti liquidi, mangiare molta frutta e verdura, evitare gli alcolici.
  7. Fare pasti leggeri ponendo attenzione alla conservazione domestica degli alimenti.
  8. Approfittare del potere rinfrescante dell’acqua.
  9. Conservare i farmaci in modo corretto.
  10. Prestare attenzione particolare alle persone a rischio.

«Nelle persone anziane – conclude la dottoressa Sandra Alban – bisogna considerare quali importanti campanelli d’allarme il calo in alcune attività quotidiane: spostarsi in casa, vestirsi, mangiare, andare in bagno regolarmente, lavarsi. Una riduzione di una o più di queste attività può indicare un peggioramento dello stato di salute».