La chirurgia dell’anca era considerata la patologia degli anziani – racconta Alberto Nicodemo, chirurgo dell’anca nella Clinica Humanitas Cellini. Ma quali sono le cause che possono portare anche tanti giovani a soffrire di malattie dell’anca?

C’è un’età minima e un’età massima per essere sottoposti a un intervento chirurgico protesico d’anca?

Un tempo si diceva “non operiamo se hai meno di 70 anni o più di 80”. Oggi è cambiato tutto, il picco degli interventi di protesi d’anca si verifica tra i 65 e i 70 anni, ma si arriva a operare pazienti sotto ai 50 anni e sopra gli 85. Per il conflitto femoro-acetabolare (una forma di displasia dell’anca che porta all’artrosi), ad esempio, si consiglia una chirurgia preventiva, quindi i pazienti sono sempre al di sotto dei 45 anni. Prima la si fa e meglio è.
In generale, le protesi nei pazienti troppo giovani se possibile sono da evitare perché, anche a fronte di un progresso costante nella qualità dei materiali, si tratta pur sempre di impianti soggetti a usura, e in un paziente giovane potrebbe voler dire fare un secondo intervento nella vita.

Quali sono i sintomi principali dell’artrosi d’anca?

Il dolore e la rigidità sono i sintomi più diffusi, che causano a loro volta la limitazione funzionale, la zoppia e la riduzione dell’autonomia di marcia. Durante la visita cerco sempre di verificare la corrispondenza tra i sintomi descritti dai pazienti e la documentazione radiografica. Al centro vogliamo sempre mettere le persone: la scelta della cura si basa su molti parametri, ma il primo è la qualità di vita del paziente.
Se ben eseguito, i risultati di un intervento di protesi d’anca sono mediamente ottimi: il dolore viene risolto completamente e la funzionalità migliora molto (ma dipende anche dalla gravità della situazione di partenza).

Quali sono le cause che degradano l’anca?

Sono molte e diverse, alcune meccaniche: particolari forme dell’articolazione, displasie dell’anca o conflitto femoro-acetabolare diventano fattori di rischio. Diciamo che, se fatta in un certo modo, l’anca si usura prima. Ci possono essere cause estrinseche: ad esempio l’obesità, oppure attività ripetute nel tempo come certi sport o alcuni tipi di lavoro fatto per tanti anni. Ci sono poi cause biologiche, ad esempio nei pazienti affetti da artrite reumatoide o da altre malattie che tendono a degenerare l’articolazione. Inoltre, ci sono le cause post-traumatiche, a seguito di fratture. Non va dimenticato l’invecchiamento della popolazione con l’aumentare della durata della vita: con gli anni le articolazioni si usurano. E tutti questi motivi o fattori di rischio si possono combinare tra loro.

Quali sono gli sport a cui accennava?

In Italia ad esempio è molto praticato il calcio, che in verità è uno sport rischioso. Anche le arti marziali, molto diffuse, comportano dei rischi per lo sviluppo dell’artrosi dell’anca (coxartrosi). Sono sport che prevedono calci alti e forzature delle articolazioni dell’anca. L’importante, soprattutto per i grandi sportivi che magari hanno la tendenza a sopportare il dolore, è dare retta ai segnali del corpo per non intervenire quando è tardi, magari con un’artrosi conclamata.