Quattro azioni utili per evitare di incorrere nell’influenza: lavarsi le mani è la più importante. Sono invece otto le categorie che devono sottoporsi alla vaccinazione.

E’ arrivata l’influenza 2016: come ogni anno, in Italia interesserà una percentuale di popolazione compresa tra il 4 e il 12 per cento. Igiene, uso di antivirali e vaccinazione sono gli strumenti a nostra disposizione per tenerla lontana.

 

Quattro azioni per non prendere l’influenza

Il virus dell’influenza si può trasmettere per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche per via del contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Una buona igiene delle mani e del naso (sono raccomandati anche i lavaggi) può limitare la diffusione dell’influenza.
Ecco le quattro azioni raccomandate dall’ECDC (Centro europeo per il controllo delle malattie) per tenere lontana l’influenza:

  1. Lavaggio delle mani (in assenza di acqua, sono validi i gel alcolici).
  2. Buona igiene respiratoria: coprire bocca e naso quando si tossisce o starnutisce, trattare i fazzoletti e lavarsi le mani.
  3. Isolarsi a casa quando ci si imbatte in malattie respiratorie febbrili, soprattutto in fase iniziale.
  4. Usare le mascherine quando ci si trova in ambienti sanitari (ospedali) e si denuncia una sintomatologia influenzale.

 

L’intervento preventivo di prima scelta riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della sanità come tra i più efficaci nel controllo della diffusione delle infezioni, anche negli ospedali, rimane quello di lavarsi spesso le mani, in particolare dopo essersi soffiati il naso o aver tossito o starnutito.

«Anche quest’anno il personale di Humanitas Cellini avrà la possibilità di sottoporsi in ospedale alla vaccinazione antinfluenzale – ricorda la dottoressa Sandra Alban, medico della Direzione sanitaria di Humanitas Cellini e responsabile del servizio di Guardia interna interdivisionale -. E’ un atto di responsabilità promosso per evitare che il personale si ammali e si trasformi in veicolo di contagio verso pazienti e colleghi di lavoro».

L’influenza rappresenta un serio problema di Sanità pubblica nonché una rilevante fonte di costi diretti e indiretti, generati dall’attuazione delle misure di controllo e di gestione dei casi e delle complicanze della malattia. L’ECDC stima che nei Paesi dell’Unione europea siano in media 40mila le persone che ogni anno muoiono prematuramente a causa dell’influenza. Nel 90 per cento dei casi si tratta di persone di età superiore ai 65 anni, di norma con condizioni cliniche croniche di base.

Gli obiettivi della campagna di vaccinazione sono pertanto due: «La riduzione del rischio individuale di malattia, ospedalizzazione e morte nonché la riduzione dei costi sociali connessi con morbosità e mortalità – spiega la dottoressa Alban -. Ogni anno l’OMS indica la composizione del vaccino basandosi sulle informazioni dei ceppi virali circolanti e sull’andamento delle sindromi influenzali nel mondo. Il vaccino di quest’anno contiene due varianti antigeniche nella sua composizione, ricavate proprio dall’applicazione di questi dati». Attualmente in Italia sono disponibili vaccini antinfluenzali trivalenti che contengono due virus di tipo A e un virus di tipo B e un vaccino quadrivalente che contiene due virus di tipo A e due virus di tipo B.

Il vaccino antinfluenzale è indicato per tutti quelli che desiderano evitare la malattia e non hanno specifiche controindicazioni. Viene offerto attivamente e gratuitamente ai soggetti che per le loro condizioni personali corrono un maggior rischio di andare incontro a complicanze nel caso in cui contraggano l’influenza. In Italia, il periodo migliore per la campagna di vaccinazione antinfluenzale è quello autunnale: dalla metà di ottobre alla fine di dicembre.

 

Chi deve vaccinarsi contro l’influenza

  1. Chi ha già compiuto 65 anni.
  2. Bambini di età superiore ai sei mesi, ragazzi e adulti fino a 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza.
  3. Donne che all’inizio della stagione endemica si trovano nel secondo e terzo mese di gravidanza.
  4. Persone di qualsiasi età ricoverate presso strutture per lungodegenti.
  5. Medici e personale sanitario di assistenza.
  6. Familiari e contatti di soggetti ad alto rischio.
  7. Soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori.
  8. Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero essere fonte di infezione da virus influenzali non umani.

Una sola dose di vaccino antinfluenzale è sufficiente per tutti, tranne che per i bambini di età inferiore ai 9 anni che non siano mai stati vaccinati in precedenza: a loro è raccomandata una doppia dose di vaccino.

Non devono sottoporsi a vaccinazione antinfluenzale: i lattanti inferiori ai sei mesi di età; i soggetti che hanno manifestato una reazione allergica grave; chi ha una malattia acuta di media o grave entità, con o senza febbre: «Per questi ultimi sarà meglio attendere la guarigione», conclude la dottoressa Sandra Alban.