L’intervista su Cook de Il Corriere alla dottoressa Vittoria Roscigno, nutrizionista e dietista di Humanitas Gradenigo e Humanitas Cellini di Torino.

Aceto di mele: le proprietà

«Sono stati condotti diversi studi su questo ingrediente, i risultati finora suggeriscono che si può ipotizzare che l’aceto di mele rallenti lo svuotamento gastrico prolungando quindi l’effetto di sazietà, che migliori la sensibilità all’insulina e che riduca il picco glicemico post-prandiale. Quest’ultimo è il punto su cui si hanno più certezze».

Aceto di mele e riduzione del picco glicemico post-prandiale

«Gli studi in cui in cui c’è stata una rilevazione sensibile della riduzione del picco glicemico post-prandiale con l’aceto di mele sono diversi, ma hanno dei limiti: sono stati svolti su pazienti ai quali è stato somministrato un pasto ad altissimo indice e carico glicemico, cioè ricco esclusivamente di fonti di carboidrati come le patate, quindi molto diverso da un pasto normale», specifica la dottoressa Roscigno. Cosa si evince allora? «Che l’aceto di mele potrebbe essere utile per chi è soggetto a picchi glicemici cronici, cioè pazienti che soffrono di Diabete di tipo 2. Ovviamente, però, le quantità di aceto di mele che si usano in cucina non sono sufficienti per un’azione efficace».

Aceto di mele e colesterolo

Non basta un cucchiaino di aceto di mele nell’insalata per abbassare la glicemia, né basta per abbassare la pressione o il colesterolo: altra proprietà spesso attribuita a questo condimento. «Bisogna sempre considerare la dose che se ne assume: uno o due cucchiai di aceto di mele non hanno un’azione così rilevante da regolare i livelli di zucchero, di colesterolo o la pressione nel sangue».

Aceto di mele e integratori

Se un cucchiaino non basta, ci sono però anche gli integratori di aceto di mele. Possono essere un valido sostituto? «Spesso sono addizionati con acido acetico e pectina, proprio per avere concentrazioni più elevate che abbiano un’azione efficace su glicemia, metabolismo lipidico, pressione sanguigna. Ma ad oggi non ci sono evidenze scientifiche tali da consigliarne l’utilizzo».

Aceto di mele e altri condimenti, come sceglierli

Se non un miracoloso toccasana, l’aceto di mele è un condimento sano? «Sì, ma non c’è differenza sostanziale dal punto di vista nutrizionale rispetto agli altri tipi di aceto. Unica eccezione riguarda il balsamico concentrato e trasformato in glassa che può avere un contenuto di zuccheri più elevato. Il mio suggerimento, però, è scegliere sempre il condimento che si preferisce: se ne usa talmente poco che non fa differenza».

Come ci si sazia a tavola mangiando sano

Un modo per ottenere tutti i benefici attribuiti all’aceto di mele però c’è: «Bisogna sempre ragionare sulla composizione del pasto: non è mai un solo alimento a fare la differenza, ma l’insieme degli alimenti e le abitudini alimentari nell’insieme», ricorda la dottoressa Roscigno. «Il modo migliore per comporre un pasto per saziarsi e assorbire tutti i nutrienti necessari a vivere in salute è un piatto completo e bilanciato che includa una fonte di carboidrati preferibilmente integrali, una di proteine e un’altra di verdure. Il tutto condito con olio extravergine e poi, a piacere, succo di limone o aceto. E ripeto: aceto di qualsiasi tipo».

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