La congiuntivo-rinostomia con inserzione del Tubo di Jones è la chirurgia che viene utilizzata per i pazienti alle prese con la cosiddetta epifora: «L’intervento dura circa 15-20 minuti per occhio e produce un beneficio immediato», spiega il dottor Maurizio Catalani, responsabile di Otorinolaringoiatria II di Humanitas Cellini.

 

Si chiama congiuntivo-rinostomia con inserzione del Tubo di Jones ed è la chirurgia che Humanitas Cellini utilizza per i pazienti alle prese con l’epifora: «Stiamo parlando di una lacrimazione abbondante, eccessiva ed estremamente fastidiosa che riguarda anche pazienti giovani e che crea un velo davanti agli occhi rendendo la visione offuscata e opacizzata da questo velo di lacrime – spiega il dottor Maurizio Catalani, responsabile di Otorinolaringoiatria II di Humanitas Cellini -. Si tratta di pazienti di pertinenza oculistica, ma poiché la via lacrimale va a sboccare nel naso queste persone presentano spesso concomitanti problematiche otorinolaringoiatriche nasali, motivo per cui vengono visti in collaborazione tra otorinolaringoiatra e oculista». In Humanitas Cellini, il dottor Catalani esegue la congiuntivo-rinostomia assieme alla dottoressa Renata Migliardi, oculista altamente specializzata in oculoplastica e patologie delle vie lacrimali.

Quali sono i pazienti che ricorrono alla congiuntivo-rinostomia? «In genere – risponde sempre il dottor Catalani – si tratta di chi in passato ha subito interventi sulle vie lacrimali che per vari motivi non hanno avuto successo. Oppure sono pazienti che lamentano un’ostruzione molto alta della via lacrimale che va dall’occhio al naso e più è alta l’ ostruzione, più risulta chirurgicamente complicato risolverla». A metà della via lacrimale si trova un sacco, il sacco lacrimale, che fa da deposito raccogliendo le lacrime e drenandole poi nel naso: «La chirurgia classica è proprio quella del sacco e si chiama dacrio-cisto rinostomia – precisa il dottor Catalani -: si apre direttamente il sacco nel naso perché il condotto che dal sacco arriva nella narice è ostruito. Ma se il problema si trova sopra il sacco, va risolto in modo diverso: si fa un bypass diretto, dall’angolo interno dell’occhio fino dentro il naso, senza quindi passare dal sacco». È per questo motivo che la congiuntivo-rinostomia prevede l’utilizzo di un tubo, che può essere di silicone e o di pyrex (vetro borosilicato): «Noi utilizziamo la seconda opzione, detta anche Tubo di Jones – prosegue il dottor Catalani -, in quanto riteniamo che il tubo in silicone possa rimanere schiacciato smettendo così di drenare, mentre gli interventi che abbiamo realizzato in questi anni con il pyrex non hanno mai dato spazio a complicanze».

La congiuntivo rinostomia viene eseguita in anestesia generale (anche se presto sarà possibile utilizzare quella locale) e produce un beneficio immediato: «Il paziente si sveglia e non ha più il problema delle lacrime che prima lo assillava – spiega il dottor Catalani -. Durante l’intervento, l’otorinolaringoiatra utilizza un endoscopio collegato a un monitor che gli permette di osservare tutte le procedure eseguite nel naso, mentre l’oculista dapprima crea una nuova via che dal lato mediale dell’occhio, dove c’è il puntino lacrimale, va direttamente nel naso e poi la dilata fino a inserire un tubicino lungo 17/20 millimetri e dal diametro di 3-4 millimetri con all’imbocco una sorta di calice che si apre nell’angolo dell’orbita per raccogliere le lacrime e, sempre attraverso il tubo, portarle nel naso». Concluso l’intervento e posizionato il Tubo di Jones, quest’ultimo viene fissato per 7/10 giorni alla palpebra con un sottilissimo punto di sutura e, una volta rimosso, il tubo rimane ancorato nella sua posizione corretta. «L’otorinolaringoiatra – puntualizza ancora il dottor Catalani – controlla che il tubo sia correttamente posizionato, guidando le manovre dell’oculista e, in alcuni casi, esegue piccoli atti chirurgici per rimuovere del tessuto, una parte del turbinato medio o altre strutture che possono bloccare lo sbocco del tubo nel naso. In altre situazioni, infine, già prima della congiuntivo-rinostomia deve rimuovere eventuali ostacoli anatomici, prima tra tutti una deviazione importante del setto nasale, oppure dei polipi, che potrebbero creare ostruzioni importanti del tubo».

Quanto dura l’intervento di congiuntivo rinostomia? «In mani esperte non più di 15-20 minuti per occhio e può anche essere bilaterale – conclude il dottor Maurizio Catalani – L’epifora è una patologia piuttosto diffusa per la quale è bene affidarsi fin dall’inizio a oculisti specializzati nelle patologie delle vie lacrimali. In Humanitas Cellini abbiamo inoltre adottato i nuovi tubi definiti “stop-loss tube”, con una flangia distale in silicone che blocca il tubo e rende l’intervento ancora più efficace e duraturo».