Si stima che il 20% degli italiani soffrano di disturbi allergici, tra cui rientra l’asma bronchiale: tra le persone che ne soffrono anche molti sportivi professionisti.
Sono circa 3 milioni gli italiani che convivono con l’asma bronchiale, una malattia infiammatoria delle vie respiratorie caratterizzata dalla broncocostrizione, ovvero da un restringimento del calibro dei bronchi. Anche se, al momento, non esiste una cura definitiva, le attuali terapie anti-asmatiche permettono a chi ne soffre di vivere una vita normale.
Il dottor Valter Brossa, responsabile dell’ambulatorio di Pneumologia in Humanitas Cellini e Humanitas Gradenigo, ha spiegato in una intervista per il magazine Starbene, che la gestione adeguata della malattia è fondamentale per garantire una buona qualità di vita.
Quali sono i sintomi e le cause dell’asma bronchiale?
I sintomi dell’asma bronchiale sono principalmente: tosse, respiro corto, respiro sibilante e un senso di oppressione al torace. Questo perché in questa patologia i bronchi diventano ipersensibili agli stimoli di varia natura e si chiudono rendendo più difficile il passaggio dell’aria.
Le cause alla base dell’asma bronchiale non sono del tutto noti, ma i ricercatori ritengono che alla base ci sia una predisposizione generica a cui si aggiungono una serie di fattori scatenanti o aggravanti: allergia ad allergeni dispersi in aria, esposizione a sostane irritanti, sforzi fisici, respirazione di aria fredda, reflusso gastroesofageo, allergia non conosciuta a determinati farmaci, stress o emozioni intense.
Come si diagnostica l’asma bronchiale?
Il punto di partenza per giungere ad una diagnosi di asma bronchiale è una visita specialistica pneumologica: in cui il medico raccoglie un’anamnesi approfondita, chiede al paziente la presenza, la frequenza e l’intensità dei sintomi, eventuali fattori di rischio e/o predisposizione familiare. Successivamente vengono rilevati eventuali vibrazioni e sibili auscultando schiena e torace del paziente mentre quest’ultimo respira profondamente. Questa indagine può essere approfondita con una valutazione strumentale della funzione polmonare attraverso la spirometria: in questo esame il paziente deve soffiare attraverso un boccagli monouso per misurare la sua capacità respiratori. Infine, in caso di sospetto di allergia a cibo o sostanze, possono essere svolti dei test allergologici.
Quali tipi di asma esistono?
L’asma in base alle sue caratteristiche può essere classificata in quattro livelli di gravità: intermittente, lieve persistente, moderata persistente e grave persistente. Questa differenziazione è importante per la gestione iniziale, ricordando sempre però che si tratta di una patologia con un decorso estremamente variabile nel corso del tempo e con un andamento remittente-recidivante, ossia oscillamento tra periodi in cui si sta meglio e altri in cui si sta peggio.
Come si cura l’asma bronchiale?
Il trattamento dell’asma, nella maggior parte dei casi, prevede l’uso di un dispositivo inalatorio che contiene una combinazione di due molecole: corticosteroide e broncodilatatore. Il corticosteroide agisce contro l’infiammazione, ossia la base del problema, mentre il broncodilatatore allevia i sintomi.
Le dosi e le modalità di somministrazione dei farmaci indicati nella terapia vengono stabilite in base alla gravità della patologia, non devono quindi essere utilizzati unicamente la bisogno, ma con continuità in modo da tenere sotto controllo i sintomi e ridurre la frequenza e la gravità degli attacchi.
L’approccio terapeutico segue un percorso graduale, adattandosi al livello di controllo della malattia. Si considera l’asma controllata quando il paziente non presenta sintomi giornalieri (inferiori a due volte a settimana) non soffre di risvegli notturni, non subisce limitazioni delle proprie attività, non necessita di farmaci al bisogno (meno di due volte alla settimana), ha valori normali di funzione polmonare e non manifesta riacutizzazioni.
Quando questi criteri non vengono soddisfatti, il dosaggio della terapia viene incrementato e una volta raggiunto e mantenuto il controllo per almeno tre mesi, può essere gradualmente ridotto.
Quali sono i nuovi approcci all’asma bronchiale?
Da qualche anno esistono delle nuove terapie in caso di asma grave: gli anticorpi monoclonali, che agiscono in maniera mirata sulla cascata infiammatoria alla base della patologia.
I broncodilatatori beta2-agonisti a breve durata d’azione o SABA invece non dovrebbero essere usati per più di due volte alla settimana perché non agiscono sull’infiammazione delle vie aeree e il loro uso regolare o frequente può aumentare il rischio di riacutizzazioni.
Per il trattamento dell’asma allergica potrebbe essere consigliata l’immunoterapia specifica, una sorta di vaccino che introduce una tolleranza nei confronti dell’allergene.
Cosa fare quando si pensa di soffrire di asma bronchiale?
Quando si sospetta di essere affetti da asma bronchiale è importante rivolgersi tempestivamente ad un medico, poiché questa patologia se non adeguatamente trattata rischia di evolvere in una forma grave.
Inoltre, uno studio pubblicato sul Journal of the American Heart Association ha dimostrato una correlazione tra diagnosi tardiva di asma e problemi cardiaci. Per questo motivo al minimo sospetto è importante rivolgersi ad uno specialista.