«In sala operatoria come nell’ambulatorio di Terapia antalgica abbiamo gli strumenti adatti a raggiungere il “dolore zero”, ma per riuscirci dobbiamo superare l’errata convinzione che avere male sia necessario e inevitabile», spiega il dottor Giuseppe Rossi, anestesista della Clinica Cellini

 

Ospedale senza dolore? Si può. Anzi, si deve. «L’ostacolo maggiore risiede però nell’errata convinzione che il dolore sia invece naturale, necessario e inevitabile». Ma oggi non è più così: «Abbiamo gli strumenti per combatterlo appieno fino a raggiungere, con difficoltà variabili, il dolore zero». Parola del dottor Giuseppe Rossi, medico anestesista dell’ambulatorio di Terapia antalgica della Clinica Cellini. «Prima e dopo un intervento chirurgico – prosegue il dottor Rossi – la parte più difficile da contrastare è quella soggettiva, culturale e personale, del paziente. Bisogna partire spiegandogli che non è obbligatorio sentire dolore, anzi se ne può fare a meno. Occorre poi proseguire, facendogli capire che il dolore avvertito in quel momento non passerà da solo: al contrario, aumenterà se non trattato a dovere. Infine, è opportuno metterlo al corrente del fatto che richiedere informazioni e aiuto è un suo diritto e che medici e infermieri sono a sua disposizione anche per questo motivo».

Invece, a volte, il paziente è rassegnato ad avvertire dolore e a sopportare in silenzio perché ha paura di disturbare. «Farlo capire è difficilissimo – insiste il dottor Rossi -, ma il paziente ha il diritto di non sentire dolore. Noi anestesisti lo ripetiamo alla nausea, assistiti in tal senso dagli infermieri. Il controllo ottimale del dolore è il nostro obiettivo e per riuscirci è necessario entrare nella giusta sintonia con il paziente, visto che stiamo parlando di un sintomo e non di un segno misurabile come la temperatura corporea o la pressione arteriosa. Quando si riesce a interpretare il segnale fornito dal paziente si possono dare risposte eccellenti».

L’impegno degli anestesisti della Cellini va così incontro all’intensa attività dei chirurghi ortopedici della Clinica: «La precisione offerta dall’ecografo – spiega il dottor Rossi – ci ha permesso di sviluppare tecniche anestesiologiche loco-regionali capaci di garantire maggiore copertura antalgica utilizzando minori quantità di farmaco». Uno strumento utile a permettere maggiore precisione all’anestesista e minor fastidio al paziente.

La stessa filosofia è adottata nell’ambulatorio di Terapia antalgica della Clinica Cellini (che conta su un’infermiera dedicata nonché su una linea telefonica aperta 24 ore al giorno e sette giorni la settimana) che è riservato ai pazienti esterni: migliorare il controllo del dolore puntando a eliminarlo. Un risultato possibile anche grazie all’adozione delle metodiche farmacologiche più moderne e mini invasive nonché della consulenza degli altri medici specialisti. «L’obiettivo è come sempre quello di lavorare in piena sicurezza garantendo il massimo livello di assistenza possibile», osserva ancora il dottor Giuseppe Rossi. Che aggiunge: «La terapia antalgica contro il dolore cronico benigno è una sfida costante per l’anestesista. Come controllare il dolore? Come fare a risolvere il problema del paziente? Tipologia, motivo ed entità del dolore vanno tutti analizzati, poi entra in gioco la capacità del medico che, in questo campo, non è detto si debba affidare a protocolli rigidi». Combattere il dolore è spesso un esercizio di pragmatismo sposato alla fantasia: «Ogni paziente è un quadro a sé stante – conferma il dottor Rossi – per il quale tocca usare ogni volta colori e strumenti ad hoc. Non c’è nulla di scontato o di automatico: cercare di capire come risolvere il problema del paziente è la nostra grande sfida».