Da una corretta esposizione al sole al controllo dei nevi, dai tessuti indossati all’alimentazione: ci sono tante buone abitudini da adottare per mantenere una pelle sana. Ne parla la dottoressa Anna Luisa Carmagnola, dermatologa di Humanitas Cellini.

Dottoressa Carmagnola, quali sono le patologie principali di cui si occupa?

«La dermatologia è un campo molto vario che cura tante e diverse patologie, anche in base alla fascia di età del paziente. Le più comuni sono l’acne negli adolescenti, la dermatite atopica nei bambini, la secchezza della pelle negli anziani. La richiesta in assoluto più frequente riguarda il controllo dei nevi, o nei, per individuare precocemente eventuali lesioni tumorali. Per tutte le pelli, però, ci sono buone abitudini sempre valide a cui è bene prestare attenzione».

Al primo posto c’è l’attenzione al sole?

«Per prevenire la maggior parte dei tumori che colpiscono la pelle è necessario proteggersi dai raggi UV del sole ed evitare di scottarsi. Questo implica non esporsi nelle ore centrali della giornata, indossare cappello e occhiali da sole, mettersi la crema solare adatta al proprio fototipo, indossare eventualmente le magliette anti UV, comode per i bambini o per chi fa molta attività sportiva all’aperto. Tanti piccoli gesti che insieme fanno la differenza».

E il controllo dei nevi?

«Il controllo dei nevi è altrettanto importante. Da ripetere indicativamente ogni anno o con cadenza consigliata dallo specialista su misura del paziente, prevede un’accurata visita con dermatoscopio ottico manuale. Si tratta di uno strumento che non indaga semplicemente ciò che vediamo a occhio nudo, ma che mostra quello che capita sotto, nella giunzione dermo-epidermica – dove l’epidermide si collega al derma -, dove sono localizzati i melanociti che possono eventualmente degenerare».

Che cosa si intende per mappatura?

«La mappatura è una scelta che fa lo specialista nelle situazioni in cui serve monitorare nel tempo l’andamento e le caratteristiche evolutive di certi nevi che appaiono più attivi. Solitamente la mappatura riguarda solo alcuni nevi, in alcuni casi però il dermatologo può optare per la total body photography, acquisizione dell’immagine di tutti i nevi. Ad esempio, in pazienti che ne hanno moltissimi, aiuta nel tempo a individuare eventuali nuovi nei: da guardare con attenzione massima soprattutto nelle persone ultracinquantenni».

La regola “ABCDE” è sempre valida?

«C’è una regola diffusa per il controllo dei nevi, chiamata “ABCDE”, che sta per: Asimmetria, Bordi irregolari, Colore variegato, Dimensioni maggiori di 6 mm, Evoluzione nel tempo. Oggi i dermatologi si affidano ai criteri dermoscopici, però la regola resta utile per sensibilizzare il paziente a guardare i propri nevi una volta ogni paio di mesi, negli uomini soprattutto il tronco, nelle donne soprattutto le gambe, portando attenzione e consapevolezza alla propria pelle. Bisogna ricordare che il melanoma non è soltanto un neo che si modifica e diventa cancerogeno, bensì spesso un neo che nasce cancerogeno. E l’attenzione va posta ulteriormente in certi momenti della vita, come in gravidanza e dopo i 50 anni».

Che cosa pensa dei prodotti per l’igiene e dei tessuti?

«Tutti i tipi di pelle andrebbero lavati in modo non eccessivo e con prodotti non aggressivi. Anche il contatto coi tessuti talvolta è nocivo, è bene pertanto scegliere fibre naturali, evitare il contatto diretto con la lana e con tutte le fibre sintetiche. Attenzione ad esempio agli abbigliamenti per lo sport, anche i vestiti molto attillati possono essere dannosi per la pelle, che deve poter respirare».

C’è un nesso con le intolleranze alimentari?

«Nelle patologie dermatologiche è sempre più evidente la correlazione con la salute del microbioma, cioè della flora batterica intestinale, sia per la sua influenza sul sistema immunitario sia direttamente su tante patologie cutanee come la rosacea, l’acne, l’atopia. La cura proposta deve essere sempre specifica per ogni singolo paziente, ma in generale mi avvalgo spesso dell’uso dei probiotici e pongo attenzione alla sana alimentazione, anche approfondendo in determinati casi la presenza di intolleranze, con il test per le intolleranze alimentari, un semplice prelievo di sangue. A differenza dell’allergia in cui le immunoglobuline sono dirette contro una sostanza, l’intolleranza è uno stato infiammatorio che altera l’equilibrio intestinale, favorendo l’ingresso di sostanze tossiche che mantengono l’infiammazione, in un circolo vizioso».