Docente di Igiene dell’Università di Torino, nella sua carriera universitaria il professor Russo ha sviluppato temi legati all’organizzazione sanitaria e aziendale e alla Qualità: «In Humanitas Cellini ho trovato una struttura solida e in costante trasformazione. All’emergenza legata al Covid-19 ha risposto in modo molto collegiale, rinforzando così la propria organizzazione».

 

Dallo scorso 1° gennaio, il professor Roberto Russo è il nuovo Direttore sanitario di Humanitas Cellini. Docente di Igiene al Dipartimento di Scienze della sanità pubblica dell’Università di Torino, il professor Russo ha sviluppato la propria carriera universitaria occupandosi di organizzazione sanitaria e aziendale e di Sistemi Qualità. Dal luglio 2006 allo scorso dicembre è stato Direttore sanitario dell’Ospedale Cottolengo in convenzione con l’Università, una modalità che osserverà anche in Humanitas Cellini.

«Il modello di Direzione sanitaria di questa Clinica si discosta un po’ da quello di una struttura pubblica – premette il professor Russo -, in quanto alle competenze e attività abituali associa un forte orientamento al conseguimento degli obiettivi, con una funzione strategica fortemente legata alla Qualità. Se declinati bene, i sistemi di Qualità avvolgono tutta l’attività e rendono il modo di lavorare più affascinante».

«Nei miei primi due mesi in Humanitas Cellini ho potuto apprezzare una struttura solida, nel contempo flessibile e in costante trasformazione. L’emergenza legata al Covid-19 ha frantumato più di un’organizzazione, qui è invece tuttora visibile la visione di insieme della risposta, potenziata, offerta alla pandemia. È stata una risposta molto collegiale, un comportamento che ha rinforzato l’organizzazione. E questo lo senti nel quotidiano e, oltre a una sensazione di tranquillità, questa presenza ti induce a una serie di attività ulteriori.

«Conosciamo Humanitas Cellini per quello che è, con la sua storia e la sua meritata fama, costruita da persone competenti, capaci e collaborative. Per me la collaborazione è un tema fondamentale, da soli non si va da nessuna parte», aggiunge ancora il professor Russo. «Sono curioso: faccio domande, chiedo perché e mi piace “vedere” i numeri. Non solo il Direttore sanitario deve sapere ciò che accade in Cinica, ma lo deve sapere subito. La collaborazione e il dialogo rientrano anch’essi nella Qualità».

Per sette anni il professor Russo è stato il presidente del corso di laurea in Infermieristica nella sede astigiana dell’Università di Torino: «Il personale infermieristico è sicuramente un punto di forza – afferma -: chi si ricovera in Humanitas Cellini, lo fa per la professionalità e la fama di un medico e di un’équipe, ma la maggior parte del suo tempo lo trascorrerà in reparto con gli infermieri. Il lavoro svolto da Monica Rolfo, Direttore dei Servizi assistenziali sanitari, è egregio proprio perché sono gli infermieri a porre le condizioni per il successo finale». Purché adeguatamente stimolati: «Quando escono dai nostri corsi, questi giovani hanno voglia di esprimersi a livelli professionali elevati. Ma se dopo molto tempo continuano a fare sempre la medesima attività e tu non li motivi prospettando possibilità differenti, di lavoro, formative od organizzative, si demotivano e continuano a svolgere il lavoro di base senza quel quid che fa la differenza. L’esperienza del Covid-19 ci ha mostrato come questo ragionamento sia vero».

La riflessione conclusiva del professor Roberto Russo riguarda “Joint Commission international” e l’accreditamento che prossimamente potrebbe riguardare Humanitas Cellini: «Per me si tratta di un ritorno al futuro – conclude -, la mia generazione è quella che negli anni ’90 ha sognato come anche l’Italia potesse aderire a un modello di accreditamento d’eccellenza in sanità. Per scelte normative, molti progetti cullati per anni sono invece svaniti. Ritrovarmi ora di fronte a “JCI” è un bel premio, una bella soddisfazione personale, un progetto sicuramente stimolante».