Materiali, tecniche chirurgiche e percorsi riabilitativi: tutto all’’avanguardia alla Clinica Cellini. «Si tratta di una patologia molto diffusa e altamente invalidante – afferma il dottor Buratti – ma gli strumenti a nostra disposizione ci permettono recuperi sempre più rapidi ed efficaci».

«Quanti anni durerà la mia protesi?». «Potrò riprendere l’attività quotidiana che svolgevo prima dell’intervento?». «Risolverò per sempre il problema del dolore?». Sono queste le domande più frequenti che i pazienti destinati all’intervento di protesi d’anca rivolgono ai medici. Domande alle quali è oggi possibile darerisposte tranquillizzanti: «I materiali a nostra disposizione, tecniche chirurgiche maggiormente conservative e mininvasive, percorsi riabilitativi sempre più efficaci: tutto ci porta a dire che il paziente può mediamente contare su un recupero più rapido ed effi cace». Lo afferma il dottor Carlo Alberto Buratti, specialista in Ortopedia e responsabile della Chirurgia dell’anca della Clinica Cellini.

Quella dell’anca da sostituire con una protesi è una patologia molto diffusa: «Occorre intervenire chirurgicamente quando il trattamento conservativo non basta più e la qualità della vita precipita fino a risultare fortemente invalidante», spiega il dottor Buratti, specialista con 25 anni di esperienza al quale è affi data anche la gestione dell’ambulatorio clinico di verifica risultati della protesi totale d’anca. «L’intervento chirurgico è di fatto l’unica strada per recuperare un’adeguata qualità della vita», aggiunge.

Alla Clinica Cellini il tempo di recupero medio per il paziente operato all’anca è di due mesi: «Dopodiché può riprendere il suo schema di vita abituale», precisa il dottor Buratti. Da cinque a sette giorni di degenza post intervento e poi la fisioterapia, adattata alle esigenze del paziente: dal fisioterapista a domicilio fino a quella garantita dal Servizio sanitario nazionale, con la possibilità di rivolgersi anche a quei centri medici e di riabilitazione che hanno realizzato una partnership con la Clinica Cellini.

Come tutti gli interventi di chirurgia protesica anche quello all’anca necessita di un’attenzione successiva ai tempi dell’operazione. «Raccomando a tutti i pazienti l’importanza dei controlli clinici – chiude il dottor Carlo Alberto Buratti -, necessari a tenere vivo il contatto con il chirurgo e, attraverso le radiografi e, a monitorare lo stato di salute della nuova anca».