La psoriasi interessa il 2% della popolazione italiana, può manifestarsi in ogni fascia di età ed è in grado di esercitare un impatto importante sulla qualità di vita di chi ne soffre.

 

La psoriasi interessa circa il 2 per cento della popolazione italiana, può manifestarsi in ogni fascia di età e, per quanto non rappresenti una minaccia per la vita del paziente, è in grado di generare un grossissimo impatto sulla qualità di vita di chi ne soffre. È un disordine della pelle che implica una crescita anomala dell’epidermide con la formazione di placche rilevate, di colore rosso acceso, rivestite da squame biancastre.

Come riconoscere la psoriasi?

La psoriasi è una patologia piuttosto nota e facile da diagnosticare per via della lesione che la caratterizza e della sede in cui compare. Si tratta di una lesione rossa, desquamativa e di forma variabile che si manifesta tipicamente nelle superfici estensorie del corpo: gomiti, ginocchia, regione lombo-sacrale, tibie, cuoio capelluto.

In quali forme si può presentare?

Sono diverse le varianti cliniche della psoriasi, caratterizzate dal tipo di estensione e dalla forma delle lesione primitiva, quella che cioè accompagna la comparsa della patologia. La più diffusa è la psoriasi in placche, che si presenta con lesioni più infiltrative. Ma la psoriasi può anche essere guttata, ungueale, a carta geografica o invertita, quando anziché le zone estensorie a essere colpite sono le pieghe: cavo ascellare, inguine, regione retroauricolare, genitali. Altre volte può associarsi alla dermatite seborroica e dare vita a una forma mista che si estende a zone corporee comuni.

Che cos’è la psoriasi eruttiva?

È caratteristica delle persone giovani. Si definisce così perché viene fuori in modo così rapido da ricordare un’eruzione vulcanica. Può essere successiva a un episodio di mal di gola e si associa talvolta a un’infezione da streptococco beta emolitico. È comunque episodica e può limitarsi, al punto da riuscire anche a spegnersi.

Quali sono le terapie utili a curare la psoriasi?

Dipende da quale psoriasi affligge il paziente. Se molto localizzata e con poche chiazze gestibili, si tratta con terapie topiche: creme, emulsioni e trattamenti da applicare sulla pelle. Se invece tende a estendersi, alle terapie topiche si associa la fototerapia che utilizza particolari lampade e raggi ultravioletti. Dopodiché si può ricorrere alle terapie sistemiche orali, vale a dire compresse o iniezioni capaci di diffondere la propria azione su tutto il corpo e, infine, alle terapie biologiche, farmaci prodotti da proteine umane o animali che agiscono sul sistema immunitario con l’obiettivo di alterare il sistema di sviluppo della malattia. Quest’ultima soluzione va adottata solo in particolari situazioni che valutano la storia clinica del paziente e il suo precedente excursus di cura fallito.

Nella valutazione del dermatologo che peso riveste l’impatto che la psoriasi ha sul paziente?

La psoriasi è una patologia dalle cause multifattoriali a oggi ancora sconosciute che spesso si accompagna ad altre comorbilità del paziente: obesità, diabete, patologie cardiovascolari, effetti di alcol e fumo sono le più comuni. Va a inserirsi in un quadro multisistemico di alterazione che ha come fulcro il sistema immunitario, dove sono perciò concentrati i maggiori sforzi di ambito terapeutico. Molto spesso, più che dalla gravità del caso clinico, dipende dal percepito della persona colpita: esistono psoriasi clinicamente modeste che sono però in grado di alterare la vita di una persona in modo evidente. Calibrare in modo adeguato la potenza terapeutica è un compito impegnativo per il dermatologo, chiamato ad adeguare il farmaco alla misura del problema.