«Per pulire i denti è bene concordare con dentista e igienista orale il modo migliore per una soluzione efficace che allontani carie e malattia paradontale», spiega il dottor Antonio Luigi Cristiano del Centro odontoiatrico Humanitas Cellini.

«Pulire i denti sembra la cosa più facile e scontata del mondo ma non è affatto così: i denti di ciascuno di noi possiedono caratteristiche che vanno assecondate per garantire una pulizia efficace e capace di tenere lontane carie e malattia paradontale». Lo afferma il dottor Antonio Luigi Cristiano, referente clinico del Centro odontoiatrico Humanitas Cellini: «Ciò che funziona per un paziente può non è essere sufficiente per un altro ed è perciò molto sbagliato confrontare e commisurare le proprie consuetudini di igiene orale con quelle di altre persone. È molto più utile invece consultarsi con il proprio dentista o igienista orale per individuare le manovre più adatte a una corretta ed efficace pulizia dei denti».

Ecco perché visite odontoiatriche e sedute di igiene orale devono diventare un’occasione di confronto durante le quali raccontare in modo meticoloso le proprie abitudini di igiene orale: «È il momento giusto per scoprire eventuali errori e per apprendere nuove manovre utili a migliorare l’igiene e tenere lontane le malattie più temute», conferma il dottor Cristiano.

Quante volte al giorno e in che modo è opportuno pulire i denti?

«La letteratura specialistica ci dice che è importante farlo almeno due volte al giorno per circa due minuti, stando ben attenti a muovere lo spazzolino in direzione perpendicolare alla gengiva e, sempre, dalla gengiva verso il dente. Praticamente, per pulire i denti superiori occorre compiere un movimento verso il basso, mentre per pulire quelli inferiori serve muoversi verso l’alto. In questo modo, le setole penetreranno anche negli interstizi dentali e rimuoveranno la placca dal colletto gengivale. Attraverso le setole dello spazzolino, questo movimento favorirà anche la pulizia degli interstizi dentali e permetterà di rimuovere la placca da sotto il colletto gengivale».

Che cos’è la parodontite? Come si manifesta?

«Si tratta di una malattia infiammatoria piuttosto diffusa che si manifesta in forma aggressiva o cronica a causa di alcuni ceppi batterici presenti nella placca dentaria. È colpa loro se le gengive e i tessuti più profondi che circondano e sostengono i denti si infiammano fino al punto di poter essere riassorbiti. Se non diagnosticata e trattata per tempo, questa patologia può causare danni molto seri che possono arrivare alla perdita degli elementi dentari e alle conseguenti disfunzioni masticatorie che generano uno scadimento nella qualità di vita del paziente. Purtroppo si tratta di una patologia capace di nascere e progredire in maniera subdola, distante dall’offrire segnali chiari e inequivocabili. Spesso insorge sotto forma di gengivite: arrossamento, gonfiore, bruciore e sanguinamento durante lo spazzolamento dei denti ne possono rappresentare i sintomi».

Con quale frequenza occorre allora sottoporsi alle sedute di igiene dentale?

«Anche in questo caso è bene confrontarsi con il proprio dentista, anche in base alle caratteristiche dei propri denti, alla capacità di mantenerli puliti o di essere predisposti alle malattie orali. Chi non soffre di carie o malattia parodontale e sa pulire bene i propri denti può anche pensare di fare l’igiene una sola volta l’anno. Agli altri è invece consigliato di aumentare la frequenza: due, tre, talvolta quattro volte l’anno. Perché la seduta di igiene orale non serve solo a pulire i denti ma è il momento giusto per individuare e intercettare in tempo eventuali problemi prima che gli stessi diventino gravi e difficili da affrontare».