«Modelli, guide di taglio osseo e impianti in titanio stampati su misura aiutano il chirurgo ad affrontare le protesi d’anca più complesse con rapidità, precisione e sicurezza», spiega il dottor Alberto Nicodemo, specialista della Chirurgia dell’anca di Humanitas Cellini.

Anche in Humanitas Cellini la stampa 3D aiuta la chirurgia dell’anca: «Modelli, guide di taglio osseo e impianti in titanio stampati su misura possono aiutare il chirurgo ad affrontare le protesi d’anca più complesse con sicurezza, rapidità ed efficacia», assicura il dottor Alberto Nicodemo, specialista del servizio di Chirurgia dell’anca di Humanitas Cellini che, sotto la responsabilità del dottor Carlo Alberto Buratti, rappresenta da anni un importante punto di riferimento per l’intero territorio piemontese e per molti pazienti provenienti da altre regioni d’Italia.

Il modello d’anca, stampato in 3D a dimensioni naturali, è ricavato dello scrupoloso esame della TC eseguita dal paziente ed è il frutto del lavoro congiunto del chirurgo e degli ingegneri dell’azienda incaricata di realizzarlo. «In Humanitas Cellini ho utilizzato con ottimi risultati questi modelli e guide di taglio “custom made” in alcuni casi estremamente complessi: gravi displasie, disartrodesi ed esiti di fratture periprotesiche – spiega il dottor Nicodemo -. Il modello 3D ha semplificato l’intervento rendendolo più rapido e preciso e ne ha minimizzato i rischi, ad esempio quelli di lesioni vascolari».

La stampa 3D recepisce in toto le indicazioni del chirurgo, riproduce nel modo più fedele le caratteristiche dell’anca in oggetto e le arricchisce di una serie di dispositivi (le guide di taglio) costruiti su misura e utili a garantire la massima precisione, rapidità e quindi sicurezza dell’intervento chirurgico. «Nei casi più complessi – prosegue il dottor Nicodemo – il modello stampato ci permette di sapere con assoluta precisione cosa ci attende in sala operatoria, la presenza della guide di taglio ci mette in condizione di eseguire i gesti più efficaci nel minor tempo possibile, a tutta garanzia della precisione dell’intervento e della sicurezza del paziente».

Una tecnologia moderna ed efficace che deve però essere utilizzata in casi molto selezionati: «La stampa 3D ha costi elevati, prevede tempi di produzione piuttosto lunghi e, infine, espone necessariamente il paziente a radiazioni ionizzanti per via della TC preoperatoria – conferma il dottor Nicodemo -. Si tratta dei limiti principali di questa metodologia che, per tutti questi motivi, viene oggi utilizzata solo in casi difficili come gravi displasie o in reimpianti complessi di protesi d’anca».

L’avvento della stampa 3D rappresenta l’ennesimo passo in avanti registrato negli ultimi vent’anni dalla chirurgia protesica dell’anca: «Abbiamo visto e adottato anche in Humanitas Cellini enormi miglioramenti nei materiali, nel design delle protesi e nelle tecniche chirurgiche – conclude il dottor Alberto Nicodemo -. A questi progressi si è unito anche il miglioramento della gestione clinica globale del paziente con una riduzione di complicanze e tempi di recupero e un contestuale miglioramento del risultato funzionale. È perciò verosimile pensare che, in un futuro prossimo, l’ulteriore miglioramento tecnologico associato alla riduzione dei costi darà un ulteriore impulso e diffusione all’utilizzo della stampa 3D in tutte le branche chirurgiche, compresa quella della chirurgia dell’anca».