Amenorrea è il termine medico che indica l’assenza delle mestruazioni. Diverse sono le cause, dalla gravidanza ad alterazioni ormonali fisiologiche come la menopausa, fino a malattie ginecologiche, patologie ereditarie, anoressia, obesità. In tutti i casi, però, l’assenza del ciclo mestruale è un segnale da non sottovalutare.

Ne parliamo con la dottoressa Noemi Mercaldo, specialista in Ginecologia e Ostetricia di Humanitas Medical Care Lingotto.

Quando si può parlare di amenorrea?

Si può parlare di amenorrea quando il ciclo mestruale non compare per più di tre mesi consecutivi (amenorrea secondaria) o se il menarca, cioè la prima mestruazione, non si presenta entro i 15 anni (amenorrea primaria). L’amenorrea può essere causata da diverse condizioni, alcune fisiologiche come la gravidanza, prima in termini di frequenza tra le amenorree secondarie, l’allattamento o la menopausa, altre patologiche oppure associate a stili di vita. Disturbi alimentari come l’anoressia o, al contrario, l’obesità, sport con allenamenti rigorosi e intensi, l’assunzione di alcuni farmaci per terapie oncologiche, per il trattamento dell’ipertensione, della depressione e psicosi, stress, oltre a malattie quali acromegalia, malattia di Wilson, sindrome di Turner, sindrome dell’ovaio policistico, anomalie congenite di utero, ovaio, vagina, e squilibri ormonali possono essere alla base dell’assenza, anche temporanea, del ciclo mestruale.

L’amenorrea è una condizione che richiede approfondimenti diagnostici e una valutazione ginecologica per comprenderne le cause e evitare conseguenze per la salute della donna.

Quali sono le conseguenze dell’amenorrea?

In alcuni casi l’amenorrea, ad eccezione della gravidanza, può provocare infertilità, ovvero l’incapacità di ottenere un concepimento spontaneo e, nel lungo periodo, può aumentare il rischio di osteoporosi, come nel caso della menopausa fisiologica o indotta da farmaci e di alcune terapie ormonali. Oltre all’assenza del ciclo mestruale, le condizioni patologiche associate all’amenorrea potrebbero dare anche altri sintomi secondari, come acne anche in età adulta, cute e capelli grassi, aumento della peluria su parti del corpo tipicamente maschili (ipertricosi), fuoriuscita di liquido simile al latte dai capezzoli (galattorrea), caduta dei capelli.

Cosa fare nel caso in cui il ciclo mestruale si interrompa?

Rivolgersi al ginecologo per un’accurata valutazione è la prima cosa da fare in caso di interruzione del ciclo mestruale, anche in caso di test di gravidanza positivo. Durante la visita ginecologica, lo specialista effettua l’ecografia transvaginale e/o transaddominale, per valutare il funzionamento delle ovaie e dell’utero, escludere cause malformative o genetiche, accertare la gravidanza o la menopausa. Sulla base dell’età della donna e del sospetto diagnostico, lo specialista in Ginecologia può prescrivere esami del sangue, per il dosaggio ormonale, ad esempio, oppure esami strumentali, come isteroscopia, risonanza magnetica della pelvi, oppure consulenze specialistiche. Una volta individuata la diagnosi, il trattamento dipende dalle cause dell’amenorrea, dall’età della donna e dal suo eventuale desiderio di avere figli.