Influenza: è partita la campagna di vaccinazione antinfluenzale promossa dal ministero della Sanità. «Come ogni anno, il personale di Humanitas Cellini potrà vaccinarsi in ospedale», afferma la dottoressa Sandra Alban della Direzione sanitaria.

 

Influenza: è partita a metà ottobre e proseguirà nei mesi di novembre e dicembre la campagna di vaccinazione promossa dal ministero della Salute e rivolta in primis ai soggetti a rischio. Tra questi ultimi figura chi ha superato i 65 anni di età nonché i soggetti di tutte le età con patologie di base che aumentino il rischio di complicanze in caso di influenza. «Il personale di Humanitas Cellini avrà anche quest’anno la possibilità di sottoporsi in ospedale alla vaccinazione antinfluenzale – spiega la dottoressa Sandra Alban, medico della Direzione sanitaria di Humanitas Cellini e responsabile del servizio di Guardia interna interdivisionale -. Si tratta di un atto di responsabilità assunto per evitare che il personale si ammali trasformandosi in veicolo di contagio per pazienti e colleghi di lavoro».

Recependo un’indicazione del Ministero, quest’anno Humanitas Cellini ha peraltro adottato un vaccino quadrivalente che contiene due virus di tipo A e due virus di tipo B: «La sua utilizzazione appare particolarmente idonea per l’immunizzazione degli operatori sanitari e degli addetti all’assistenza», sottolinea la dottoressa Alban. Anche a tutti loro sono rivolte le quattro misure di igiene e protezione individuale che il ministero della Sanità ha raccomandato per la campagna di vaccinazione antinfluenzale di quest’anno:

  1. Lavaggio delle mani: in assenza di acqua, va bene l’uso di gel alcolico.
  2. Buona igiene respiratoria: coprire bocca e naso quando si starnutisce o si tossisce, trattare i fazzoletti e lavarsi le mani.
  3. Isolamento volontario a casa delle persone con malattie respiratorie febbrili, soprattutto in fase iniziale.
  4. Uso di mascherine da parte delle persone con sintomatologia influenzale quando si trovano in un ambiente sanitario come l’ospedale.

«La raccomandazione maggiore è proprio quella diretta al lavaggio della mani – insiste la dottoressa Alban -. È un gesto semplice e talvolta sottovalutato che rappresenta sicuramente l’intervento preventivo di prima scelta, riconosciuto anche dall’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) tra i più efficaci per il controllo della diffusione delle infezioni anche negli ospedali». L’azione di lavarsi spesso le mani, anche dopo aver starnutito e tossito o essersi soffiati il naso, rappresenta un rimedio utile per ridurre la diffusione dei virus influenzali e di altri agenti infettivi.

Tra gli obiettivi di copertura per la vaccinazione antinfluenzale, l’OMS e il Piano nazionale prevenzione vaccinale 2017-19 individuano il 75 per cento come obiettivo minimo perseguibile e il 95 per cento come obiettivo ottimale negli ultra 65enni e nei gruppi a rischio. «Come sempre – conclude la dottoressa Sandra Alban – gli obiettivi della campagna vaccinale sono rivolti alla riduzione del rischio individuale di malattia, ospedalizzazione e morte nonché alla riduzione dei costi sociali connessi con morbosità e mortalità».

Ricordiamo tutti il grande affollamento nei Pronto soccorso delle città durante le scorse festività natalizie: nella stagione 2016-2017 il picco endemico era stato infatti registrato nell’ultima settimana dell’anno con circa quattro settimane d’anticipo rispetto alle stagioni precedenti. Arrivata in anticipo, l’influenza dell’anno scorso si era comunque rivelata di media entità: pari a 93 casi per 1.000 assistiti (erano stati 116 nella stagione 2004-2005 e 99 in quella 2009-2010). Come ogni anno, il vaccino viene offerto attivamente e gratuitamente a tutti i soggetti che in caso di influenza, per le loro condizioni personali, corrono un rischio maggiore di andare incontro a complicanze.