«Scoliosi? L’intervento va eseguito quando la curva scoliotica supera i 45-50° e solo dopo aver provato con ginnastica correttiva e corsetto», spiega il dottor Marco Brayda-Bruno, responsabile dell’équipe di Chirurgia vertebrale II di Humanitas Cellini, specializzata nel trattamento delle deformità della colonna vertebrale.

«Scoliosi? Quando la ginnastica correttiva o il corsetto non risultano abbastanza efficaci, si può ricorrere all’intervento chirurgico, da effettuare di norma quando la curva scoliotica supera i 45-50°». Il dottor Marco Brayda-Bruno, responsabile della Chirurgia vertebrale II di Humanitas Cellini, riassume in questo modo la necessità che porta a operare la scoliosi, una patologia che colpisce in modo lieve il 3 per cento della popolazione e in Piemonte interessa oltre 10mila persone.

In Humanitas Cellini l’attività chirurgica dell’équipe di Chirurgia vertebrale diretta dal dottor Brayda-Bruno si concentra in particolar modo sugli adolescenti: «Nell’80 per cento dei casi la malattia scoliotica inizia con i primi segni della pubertà, in media a 12 anni nelle ragazze e a 14 anni nel ragazzo, la stessa età che consente una correzione più efficace – spiega -. Corsetti e busti gessati possono arrestare o correggere la deformità evitando di ricorrere all’intervento chirurgico che in altri casi rappresenta invece l’unico trattamento possibile».

L’équipe di Chirurgia vertebrale II di Humanitas Cellini annovera un gruppo plurispecialistico in grado di farsi carico delle diverse patologie della colonna vertebrale. Accanto al dottor Brayda-Bruno, coordinatore scientifico della “Fondazione Scoliosi Italia Onlus” che promuove l’osservazione posturale nelle scuole dell’obbligo, lavorano il dottor Andrea Luca, il dottor Leonardo Zottarelli, il dottor Francesco Mac Donald e il dottor Alessio Lovi, tutti chirurghi vertebrali specializzati nel trattamento delle deformità della colonna. «La nostra è una chirurgia ad alta complessità – aggiunge il dottor Brayda-Bruno – che in Humanitas Cellini eseguiamo da anni anche grazie alla grande collaborazione e sintonia esistenti con il gruppo di Anestesia e Rianimazione della Clinica. La presenza della Terapia intensiva ci consente di affrontare anche gli interventi più impegnativi sapendo che il paziente verrà assistito al meglio in ogni circostanza».

L’intervento chirurgico risolve in modo definitivo i problemi legati alla scoliosi? «Gli obiettivi del trattamento chirurgico sono la correzione e la stabilizzazione definitiva della scoliosi – risponde il dottor Brayda-Bruno -, misure utili a prevenire i dolori vertebrali e gli effetti che la deformità vertebrale può nel tempo favorire sull’apparato respiratorio e cardiocircolatorio». In che modo avviene la correzione chirurgica della scoliosi? «Attraverso l’artrodesi delle vertebre coinvolte nella deformità, con interventi che possono essere eseguiti per via posteriore e/o anteriore, toracica e/o addominale – prosegue il medico -. Dipende da molteplici fattori, quali il tipo e l’entità della deformità, l’età e le caratteristiche cliniche del paziente. L’artrodesi si ottiene grazie all’innesto di osso, prelevato dallo stesso soggetto o artificiale, previa correzione della deformità con barre e impianti in acciaio o titanio». E dopo l’intervento? «Il ricovero ospedaliero per un intervento di artrodesi vertebrale per scoliosi dura circa una settimana, dopodiché segue un periodo di riabilitazione assistita, posturale e respiratoria, di circa tre settimane. Alla fine del primo mese, il soggetto è di norma in grado di svolgere le normali attività quotidiane ed entro il secondo mese di riprendere attività aerobiche leggere come nuoto e corsa», assicura il dottor Brayda-Bruno. Tecniche e principi che possono essere utilizzati anche per la correzione del dorso curvo, patologia che si registra quando la normale curvatura del tratto dorsale della colonna vertebrale supera i 40-45°: «Anche in questo caso – conclude il dottor Marco Brayda-Bruno – la prognosi della malattia è molto favorevole e l’intervento chirurgico può essere evitato se il trattamento ortopedico viene iniziato in età puberale e proseguito nel periodo di crescita».